Confagricoltura: la tebella qualitativa sarà ancora una volta la spada di Damocle, prezzo buono ma determinato dagli accordi già siglati
Siglato oggi l’accordo quadro per il contratto relativo alla campagna del pomodoro da industria. “Quanto al prezzo di riferimento, 86 euro a tonnellata, di per sé è migliorativo rispetto a quello dello scorso anno, un incremento dell’8 per cento è apprezzabile, ma siamo critici per la mancata occasione di revisionare una tabella qualitativa che ancora una volta sarà la spada di Damocle per determinare aleatoriamente il prezzo in fase di conferimento all’industria. Va poi detto che la base 100, a 4.95 di brix, non tenendo conto dei valori medi (4.78 dato medio ponderato rilevato dall’Oi nel 2018 e superiore a quello dell’anno precedente) come da noi invece richiesto, è inadeguata” – questo il primo commento a caldo di Giovanni Lambertini presidente della Sezione di Prodotto Pomodoro da Industria di Confagricoltura Piacenza e di Confagricoltura Emilia-Romagna. “Il prezzo- prosegue Lambertini- conferma che quando si verificano corse in avanti, ancorché vincolate ad aree e situazioni specifiche, di fatto, influenzano la trattativa”. Confagricoltura Piacenza apprezza comunque lo sforzo di coesione che contrariamente al passato è stato portato avanti dalle parti agricole, fatto che aveva consentito di sottoscrivere presso la sede della Regione un accordo che vincolasse la campagna alla produzione di quantitativi complessivi. “Si tratta di un accordo importante- ricorda Lambertini – che ora è necessario rispettare anche nei campi. Operare in modo trasparente e coordinato resta l’unica strategia che la parte produttiva può porre in essere per avere un minimo potere contrattuale che restituisca dignità agli agricoltori, senza i quali, ricordiamolo, l’intero comparto collasserebbe. Gli sforzi condotti in tal senso quest’anno- conclude Labertini – siano un punto di partenza per ricostruire una filiera che nelle ultime campagne ha seriamente rischiato di sgretolarsi”. “Si tratta comunque di una soluzione – commenta il presidente di Confagricoltura Filippo Gasparini – che non ci soddisfa pienamente perché non sono state recepite le nostre indicazioni che erano, invece, mirate a cambiare il sistema di derminazione dell’offerta, della programmazione e dei prezzi. Sarà nostra premura progettare i presupposti per migliorare il potere contrattuale della parte agricola nei prossimi anni richiamando al proprio ruolo e alle proprie responsabilità sia le Op che i singoli produttori”.