È una grave situazione di crisi idrica quella che ci viene fotografata dai campi. “Invochiamo lo stato di crisi. Con la piovosità al minimo chiediamo un’immediata deroga totale al Dmv (deflusso minimo vitale)”. Questo l’appello di Confagricoltura Piacenza che si appresta anche a presentare richieste formali in merito. Filippo Gasparini, presidente dell’associazione e con i campi che si affacciano sul Trebbia denuncia: “ho osservato, impotente, per tutto l’inverno il torrente pieno portare via acqua che poteva essere stoccata per tempo. Se ci fosse stata una diga oggi non noi saremmo in questa situazione, in val Nure la situazione è analoga e sta diventando spaventosa in tutta la provincia. I nostri torrenti hanno continuato a fornire acqua e non l’abbiamo potuta trattenere. Servono le infrastrutture. Anche le dighe di cui è dotata la nostra provincia – aggiunge – non sono piene perché abbiamo dovuto rilasciare l’acqua per il rispetto del Dmv. Per corsi d’acqua a carattere torrentizio, questa è una contraddizione da noi denunciata ormai da molti anni. È un dramma che non è moderno, perché i torrenti in estate asciugano comunque e non hanno mai cambiato il loro valore. Il Dmv nell’Arda è stato assicurato perché c’è la diga – spiega Gasparini – se non ci fosse stata la diga, non ci sarebbe stato il Dmv, o deflusso ecologico, come la nuova denominazione lo definirebbe. O i telegiornali e il Presidente del Consiglio ci stanno dicendo bugie o, se dicono la verità – che dobbiamo produrre di più perché c’è mancanza di cibo – si tolga immediatamente il Dmv, perché senz’acqua non possiamo coltivare e produrre. È una follia: il piano di rinascita non può non considerare prioritarie le infrastrutture irrigue. Il primo ministro, o chi per lui a Piacenza, ci dica se dobbiamo chiudere e distruggere le nostre famiglie, perché a questo equivale non derogare al Dmv e non intervenire subito”.