Sono entrati in vigore (il 4 settembre) i nuovi piani di controllo delle dop Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele con l’aggiornamento dei disciplinari di produzione.
L’argomento è stato notevolmente dibattuto nei giorni scorsi anche in occasione dell’incontro della sezione suinicola di Confagricoltura Emilia-Romagna che è stato ospitato nella sede di Confagricoltura Parma alla presenza di Rudy Milani, presidente della federazione nazionale di prodotto suinicola di Confagricoltura, e di Andrea Cavazzuti, presidente regionale della sezione suinicola.
I disciplinari Dop del Prosciutto di Parma e del Prosciutto di San Daniele – spiega Confagricoltura – intervengono su ogni fase della vita dell’animale: dalle tecniche di allevamento, agli alimenti consentiti, alle loro quantità e modalità di somministrazione. I nuovi piani di controllo delle Dop comporteranno per gli allevatori una serie di adempimenti, tra cui una regolamentazione più stringente della genetica dei suini utilizzabile, delle fasi di allevamento, dei criteri di alimentazione e delle tariffe. Gli allevatori dovranno rispettare complesse normative, applicando nuove regole di controllo, aspettandosi a stretto giro verifiche da parte degli istituti di controllo.
“È chiaro che il nuovo piano dei controlli inciderà fortemente sul settore suinicolo – commenta Milani -. Per questo motivo, fin da subito, Confagricoltura si è fatta portavoce degli allevatori, collaborando per alleggerire e smussare le richieste degli adempimenti che andranno a pesare sulla filiera. L’attuazione dei nuovi piani porterà con sé diverse problematiche. C’è molta informatica e non tutte le aziende sono pronte ad affrontare questi cambiamenti, in alcuni casi radicali. Per quanto riguarda i controlli, relativamente all’emergenza della Peste suina africana, le regioni Piemonte e Lombardia hanno accolto favorevolmente la proposta di Confagricoltura di sospendere l’ingresso di tutti gli enti che a vario titolo entrano nelle aziende per eseguire controlli che, in una scala di priorità, vista la situazione emergenziale, possono essere procrastinati più in là nel tempo, per evitare la possibilità di diffondere problematiche sanitarie all’interno delle aziende”.
“È necessario – aggiunge Giovanna Parmigiani, componente della giunta nazionale di Confagricoltura – che tutta la filiera suinicola lavori nella stessa direzione, nel rispetto di disciplinari e regole, in particolare in questa gravosa situazione in cui la presenza della peste suina africana è sempre più pressante. Tra gli enti controllori i cui ispettori entrano in azienda si inseriscono anche Csqa ed Ifcq, si tratta di controlli sicuramente importanti per garantire la qualità dei prodotti Dop, ma sarebbe bene che fossero momentaneamente sospesi o eseguiti senza l’ingresso fisico dell’ispettore dentro l’azienda. Data l’allerta presente anche sul nostro territorio, auspichiamo che anche la regione Emilia-Romagna possa accogliere la proposta di Confagricoltura sulla procrastinazione dei controlli non essenziali. Al contempo – conclude – richiamiamo tutti gli allevatori a rispettare le regole, senza dimenticare quelle più banali sulla biosicurezza”.
“Stiamo attraversando un momento difficile – ha poi aggiunto Milani -. Ogni componente della filiera deve fare la propria parte e comunicare situazioni particolari all’Asl. Ogni camion in entrata deve essere disinfettato. Gli allevatori hanno bisogno di garanzie e sicurezze sanitarie. Al tavolo ministeriale solleverò la questione. Dobbiamo adeguarci in fretta alle misure di biosicurezza rafforzata inclusa la recinzione obbligatoria anti-bestiame: è l’unica chance che abbiamo per continuare a operare”. Concetto ribadito anche da Cavazzuti che ha invitato “a prestare massima attenzione, a vigilare sugli ingressi e a farsi trovare pronti in materia di biosicurezza”.