“La campagna del pomodoro da industria è stata difficile sin dall’inizio. L’assenza di un accordo quadro e il clima avverso hanno segnato negativamente la stagione 2024, la più complicata degli ultimi decenni, evidenziando come sia necessario rinsaldare i rapporti di filiera”.Queste le valutazioni di Confagricoltura Parma al giro di boa della campagna.
“Le difficoltà – spiega Eugenio Zedda, direttore di Confagricoltura Parma – sono emerse già in fase di contrattazione per il prezzo con la mancata sottoscrizione dell’accordo quadro nell’area Nord Italia. La filiera si è dovuta riorganizzare in modo diverso rispetto a quanto accaduto negli ultimi vent’anni costruendo un sistema di relazioni bilaterali tra singole Op e industrie”.
A questo si sono aggiunte le difficoltà meteorologiche.
“Le consistenti e frequenti piogge del periodo primaverile hanno complicato la preparazione dei terreni e le operazioni di trapianto delle piantine – spiegano Giulia Alessandri, vicepresidente della sezione pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia-Romagna, e Daniele Calza, presidente della sezione provinciale pomodoro da industria di Confagricoltura Parma -. Abbiamo registrato una notevole riduzione delle rese in campo soprattutto sulle varietà precoci e medio-precoci e le stime per la resa delle medio-tardive e tardive non sono incoraggianti”.
A fronte di superfici effettive investite a pomodoro superiori del 6,9% rispetto al 2023, l’annata 2024 sarà caratterizzata da una riduzione della produzione stimata in almeno il 20%. E la raccolta del mese di settembre, tradizionalmente contraddistinto dall’incertezza climatica, difficilmente permetterà di ridurre il gap.
La scarsa produzione del 2024 potrebbe far pensare ad una ripresa in termini di domanda di pomodoro, e di conseguenza di prezzo, per il 2025 visto che nel Nord Italia i quantitativi di quest’anno sono stati scarsi. Tuttavia bisogna fare i conti con l’andamento, di segno opposto, dei mercati internazionali. Solo il Nord Italia sembra essere stato flagellato dal maltempo, mentre altre zone (Sud Italia, Spagna, Portogallo, California e Cina) stanno facendo registrare buone produzioni che potrebbero incidere, di conseguenza, sul listino dei prezzi dei derivati che potrebbe essere al ribasso.
Il bilancio economico 2024 – già difficile per gli agricoltori anche in altri comparti come foraggi e cereali, entrambi caratterizzati da perdite consistenti – rischia di essere molto negativo anche nel settore del pomodoro da industria del Nord Italia se si sommano il -20% sul piano quantitativo al -10% in media fatto registrare sul fronte del prezzo (dai 150 euro a tonnellata del 2023 si è passati ai 140 euro a tonnellata del 2024).
Da questo quadro emerge la necessità di dare nuovo slancio ai rapporti di filiera. “Auspichiamo – sottolinea Roberto Gelfi, presidente di Confagricoltura Parma – che si faccia tesoro dell’esperienza del 2024 per rinsaldare il legame tra produttori e trasformatori. I nostri agricoltori hanno necessità di programmare le loro produzioni con tempi congrui. Per questo, una volta archiviata la critica stagione 2024, auspichiamo si possano convocare, già a fine campagna, i primi incontri di filiera tra Op ed industrie per riaprire, quanto prima, il tavolo delle trattative per definire l’accordo quadro del 2025, in modo che gli agricoltori abbiano indicazioni chiare sulle prospettive per la prossima campagna. Rafforzare le filiere e la loro efficienza dal campo alla tavola, la sostenibilità delle produzioni ed efficientare la rete logistica e dei sistemi di stoccaggio sono obiettivi di Confagricoltura.
Si tratta di promuovere più occasioni possibili per favorire non solo il dialogo fra produttori agricoli e trasformatori industriali, ma soprattutto concrete possibilità di integrazione fra i diversi attori della filiera, comprendendo anche logistica e aziende di credito, per rendere l’offerta di beni alimentari sempre più efficiente, sempre più elevata in qualità e sempre più sostenibile, così da poter favorire il necessario ampliamento degli spazi di mercato. Sarà proprio questo miglioramento a consentire un aumento del valore della produzione, ma anche del reddito dei produttori agricoli, al di là delle logiche di contrapposizione commerciale incentrate solo sulla determinazione del prezzo.
In tutto questo anche l’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, che svolge un importante ruolo di regolamentazione e di raccolta dati, può fornire un supporto affinché a prevalere sia il confronto tra le parti e non una contrapposizione sterile e miope. Così si potrebbe programmare sul lungo periodo, definendo una cornice di regole all’interno della quale muoversi per la definizione del prezzo”.