Interessante visita allo stabilimento Rodolfi Mansueto Spa per una folta delegazione di Confagricoltura Parma ed Anga Parma in occasione del weekend di porte aperte della storica azienda di Ozzano Taro, fondata nel 1896.
La visita è stata l’occasione per vedere, da vicino, tutti i reparti produttivi seguendo ogni passaggio che il “nostro” pomodoro compie dal momento del conferimento in stabilimento sino alla sua lavorazione e trasformazione in prodotto finito accompagnati dal responsabile agronomico Giovanni Minardi e dal direttore di stabilimento Fabio Bonvini.
Poi, al termine della visita, l’incontro con il presidente Aldo Rodolfi che ha tracciato un primo bilancio della campagna a metà settembre, incontrando il presidente di Confagricoltura Parma Roberto Gelfi, la presidente dei giovani imprenditori Anga Alessia Bonati, il direttore Eugenio Zedda e tutti i soci di Confagricoltura Parma presenti.
“Il bilancio, al momento, è abbastanza positivo – ha spiegato Rodolfi – soprattutto se consideriamo le premesse della primavera. Ad aprile e maggio, i mesi più importanti per i trapianti, il tempo non è stato nostro alleato. Ci sono stati ritardi nei trapianti e, di conseguenza, nella maturazione. Da giugno in avanti la stagione è stata maggiormente favorevole, fatte salve alcune grandinate che hanno comunque danneggiato diversi campi. Poi dalla partenza della campagna di trasformazione, il 24 luglio, gli stabilimenti hanno lavorato quasi sempre a pieno regime”.
In evoluzione i mercati internazionali. “Stiamo affrontando un momento molto delicato – ha aggiunto Rodolfi -. Le produzioni sono in aumento a livello mondiale. Veniamo da due anni molto positivi per i prodotti italiani perché abbiamo avuto dei vantaggi competitivi determinati dalla scarsa produzione di competitori come California e Spagna. Quest’anno le previsioni sono di una produzione mondiale in aumento per cui ci sono buone prospettive, ma anche molta concorrenza soprattutto su prodotti come i concentrati di pomodoro”.
Imprescindibile il legame con il settore primario: “Siamo nati agricoltori e lo siamo tuttora. Siamo molto legati al mondo agricolo”.
Un legame confermato anche dal presidente di Confagricoltura Parma Gelfi: “La visita in azienda ci ha permesso di capire quanto sia importante il lavoro che segue la produzione agricola. Siamo fortemente impegnati in questa filiera affinché, dal campo al prodotto finale per il consumatore, tutte le fasi siano controllate e portino ad un prodotto di alta qualità. Tutto questo a Parma, ed in generale nel bacino del Nord Italia, è possibile grazie ad una filiera coesa e strutturata che dialoga tutto l’anno, non solo nel momento della contrattazione per la definizione del prezzo, grazie anche a realtà importanti come le Op e l’Oi del Nord Italia”.
Nel Parmense sono circa 4mila gli ettari coltivati a pomodoro da industria ogni anno su un totale di circa 39mila a livello di bacino del Nord Italia, la metà della produzione nazionale.
Alla Rodolfi si trasformano 2.800.000 quintali di pomodoro ogni anno, di cui 100.000 biologici, nei tre stabilimenti di Ozzano, Fontanini e Castelguelfo. La materia prima arriva dalle province di Parma, Piacenza e Mantova con una distanza media massima di 50 km dal campo allo stabilimento.