Nuova Pac, noi l’abbiamo bocciata subito

Abbiamo criticato la nuova Pac sin dal primo momento perché non valorizza l’agricoltura di alta qualità tipica dell’Italia e, ancor più, del territorio Parmense. 

L’abbiamo criticata, e lo stiamo facendo tuttora, nelle sedi istituzionali, a livello europeo, per far sentire la voce degli imprenditori agricoli. E lo faremo anche il prossimo 26 febbraio quando a Bruxelles si terrà un’assemblea straordinaria di Confagricoltura. 

Questa la nostra presa di posizione in merito alle crescenti proteste, in tutt’Europa, per i contenuti della nuova Pac. 

Sono tre anni che contestiamo con i fatti, anche sollecitando i nostri rappresentanti istituzionali al Governo e in Europa, questa Pac incapace di fare gli interessi dei produttori e dei consumatori. Per noi, dunque, non è uno spot contestare la Pac e non è un repentino cambio di pensiero utile solo a salire sul carro della protesta.

Le manifestazioni cui stiamo assistendo in Italia e in Europa sono la punta dell’iceberg del profondo malcontento che alberga nei nostri imprenditori agricoli cui, di fatto, viene sempre più negata la possibilità di lavorare e di essere competitivi sui mercati. Noi di Confagricoltura questa situazione l’abbiamo denunciata fin da subito, iniziando a lavorare ai tavoli politici e istituzionali.

Il dovere di Confagricoltura è quello di fare sindacato, nel senso più alto del termine, e tutelare le nostre aziende. Il nostro terreno di scontro e confronto non sono le strade e le piazze, ma i palazzi del Governo e i tavoli istituzionali, dove da sempre lavoriamo per ottenere risultati concreti. 

Potremmo citare il pacchetto investimenti Agricoltura 4.0, passato da 300 milioni a 2,2 miliardi di euro, o il fatto che, nel nostro Paese, il gasolio agricolo sia detassato fino al 2026. O, in ultimo, il successo sindacale sulla rotazione delle colture, che ha di fatto salvato la maiscoltura. 

Questi concetti sono stati al centro degli interventi del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti durante Fieragricola a Verona. 

“La protesta che si sta svolgendo in questi giorni va ricondotta a un dibattito istituzionale che, come organizzazione, ci vede impegnati ogni giorno ad ogni livello, in Italia e in Europa” ha ribadito Giansanti riprendendo i contenuti di un documento consegnato al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida che ha istituito, su richiesta di Confagricoltura, due tavoli di confronto per concordare le opportune modifiche. 

Nel frattempo la Commissione Europea ha preannunciato interventi di semplificazione della Pac per ridurre gli oneri amministrativi che gravano sui produttori. “Un primo passo – ha commentato Giansanti – verso le esigenze degli agricoltori. Quello del sovraccarico burocratico è uno dei temi prioritari. Continuiamo a lavorare per migliorare anche la proposta, già presentata, di deroga alla destinazione non produttiva dei terreni”. 

Confagricoltura punta a questi obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, tutelare le risorse naturali, il lavoro e il benessere degli animali, rivedere l’obbligo imposto dalla nuova programmazione europea di non coltivare il 4% della superficie agricola: significa togliere più di 30 mila ettari di colture in Emilia-Romagna, eliminando terreni attualmente produttivi. 

Di seguito, e in allegato, il dossier di Confagricoltura Parma

PAC Documento di posizionamento di Confagricoltura Parma

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