Medaglia d’argento a Bruxelles per Oinoe

Terreni antichi, sulle colline di Guardasone di Traversetolo, abbinati ad un profilo aziendale giovane ed ambizioso per un vino che esprime mineralità, freschezza e profumi. Ci sono queste carte vincenti all’origine del successo della Cantine Oinoe che pochi giorni fa ha conquistato la medaglia d’argento al “Concours Mondial de Bruxelles” con lo spumante “12.0 Una Rosa è”, fronteggiando la concorrenza di vini in arrivo da tutto il mondo. 

“12.0 Una Rosa è” è il frutto di una vinificazione in bianco di uve Barbera al 100%, da viti di 20 anni sulla collina di Guardasone in un terroir fortemente connotato dai depositi ghiaiosi dell’Enza e dall’inusuale esposizione nord est delle vigne che accentua l’espressione fresca e minerale a sostegno di un corredo fruttato importante. Una lunga fermentazione sur lie a bassa temperatura ha sviluppato finezza ed eleganza espressiva per un rosé gioioso, complesso e suadente. Dietro il successo la caparbietà e le intuizioni di Alex Cerioli, viadanese che, anche grazie ai consigli dell’enologo Alberto Grasselli, ha trovato i terreni giusti, da valorizzare, sui colli di Guardasone.

L’avventura di Oinoe, cantina socia di Confagricoltura Parma, è iniziata nel 2013. Una partenza, sostanzialmente, da zero. Poi un trend di crescita costante sino agli attuali 25 ettari vitati, cui se ne aggiungeranno altri 5 a breve, da affiancare all’ettaro e mezzo dedicato al lambrusco a Viadana. E nel prossimo futuro sono previsti altri investimenti, con un progetto di ampliamento e miglioramento dell’attrezzatura da 800mila euro nell’ambito dei programmi Agricoltura 4.0 e nell’ottica dell’efficienza energetica con l’obiettivo di passare da una produzione di 150mila a 350mila bottiglie annue in cinque anni. 

“Siamo una cantina giovane con persone giovani – aggiunge Cerioli – in cui si lavora in un ambiente molto stimolante”. Nel 2021, dopo l’obbligato stop nel 2020 causa Covid, la cantina punterà ancor di più sull’accoglienza oltre che con eventi nei giovedì d’estate anche con iniziative in ambito turistico-sportivo per far conoscere, tramite accordi con tour operator e guide turistiche ed ambientali, i prodotti ed il territorio con percorsi e trekking tra i vigneti e degustazioni. 

Tra le carte vincenti anche la trasparenza. “Nel 2018 – spiega ancora Cerioli – siamo stati i primi, nonché gli unici, a dichiarare i solfiti nel retro-etichetta delle nostre bottiglie. I solfiti dei nostri vini sono spesso la metà di quanto previsto dai disciplinari del bio. Un quantitativo così basso ha suscitato molto interesse tra i ristoratori e tra i clienti attenti a questi aspetti”.