Incontro con il Colonnello Fedele, Comandante dei Forestali di Parma e Piacenza

Confagricoltura Parma ha incontrato il colonnello Pier Luigi Fedele, comandante dei Carabinieri forestali di Parma e Piacenza, in occasione della Giornata internazionale delle foreste durante la quale ribadire l’impegno dell’organizzazione agricola per valorizzare il patrimonio forestale e ottimizzarne la gestione ai fini di una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Da sinistra Zedda, Gelfi, Fedele e Cervellati.

“L’incontro – spiega Roberto Gelfi, presidente di Confagricoltura Parma – ha permesso di analizzare, nel dettaglio, i risvolti locali dell’importante protocollo nazionale siglato da Confagricoltura, Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri e Conaibo (Coordinamento nazionale delle imprese boschive) per la gestione attiva e sostenibile dei territori, anche attraverso il supporto delle imprese boschive che Confagricoltura rappresenta. Le foreste sono un enorme patrimonio per il nostro Paese. Basti pensare ai servizi ecosistemici che mettono a disposizione – come ‘sequestro’ di anidride carbonica, mantenimento della biodiversità e barriera all’erosione del suolo – e grazie alla sempre maggiore fruizione da parte dei cittadini, che ne riconoscono il valore anche economico nelle filiere legno-energia. Occorre, tuttavia, una migliore programmazione gestionale del patrimonio forestale favorendone la valorizzazione anche attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche, sia a livello tecnico-produttivo, sia di prodotti finali, con l’obiettivo di incrementarne la produttività, dando maggiore forza alle filiere per ridurre i costi, generare reddito ed esternalità positive per la società e l’ambiente. È comune la consapevolezza che la situazione di flora e fauna naturali, sia in Appennino che in pianura, sia sensibilmente migliorata rispetto a qualche decennio fa”.

Tanti i temi affrontati durante il confronto con il colonnello Fedele al quale hanno preso parte anche il direttore di Confagricoltura Parma Eugenio Zedda e Claudio Cervellati, tecnico della Federazione nazionale risorse boschive di Confagricoltura.

“Dall’analisi del protocollo nazionale – spiega Gelfi – siamo poi passati alla valutazione di problematiche ed opportunità locali. Si è parlato dell’importanza della diffusione di una corretta cultura del bosco tramite attività come lezioni tematiche nelle scuole e si è riflettuto sulle possibili collaborazioni dei carabinieri forestali nell’ambito dei corsi di formazione organizzati da Confagricoltura per le aziende che si occupano di taglio legna”.

Centrale anche il tema della gestione della fauna selvatica.

“Ci siamo confrontati sulla proliferazione dei cinghiali con i rischi connessi alla diffusione della peste suina africana negli allevamenti – puntualizza il presidente di Confagricoltura – e su una presenza sempre più significativa del lupo, una specie che a nostro avviso va certamente preservata, ma anche opportunamente controllata”.

“Sul versante delle aziende agricole, abbiamo ribadito l’auspicio ad una gradualità nell’attività repressiva e sanzionatoria, con l’intento di far precedere prevenzione e persuasione a imposizione e coercizione. È stata inoltre sottolineata la necessità che le aziende agricole mantengano alta l’attenzione sul tema dei rifiuti, da gestire con strumenti opportuni come le convenzioni con ditte specializzate; sul tema dei reflui zootecnici, nell’ottica della valorizzazione economico-energetica e nel rispetto delle norme cogenti e sul tema dell’utilizzo di prodotti per la ricostituzione della fertilità del terreno, spesso a rischio in quanto provenienti dalle filiere di gestione dei rifiuti di settori produttivi extra-agricoli”.

I DATI

Le foreste italiane si estendono su oltre 11 milioni di ettari, un valore che è raddoppiato negli ultimi 50 anni ed è pari a quasi il 40% del territorio nazionale. Soltanto negli ultimi 10 anni la superficie boschiva è aumentata del 4,9% (fonte: Masaf). Una crescita – sottolinea Confagricoltura – che però non è frutto di specifiche politiche attive di rimboschimento, bensì dell’abbandono delle attività primarie e dello spopolamento di aree montane e collinari.

Oggi soltanto il 18% della superficie forestale italiana è soggetta a piani di gestione e, sebbene la produzione di legno e di altri prodotti rimanga stabile, diminuiscono le segherie e le infrastrutture per le utilizzazioni in bosco.

Il patrimonio boschivo è inoltre fondamentale per l’assorbimento di Co2. Per tale motivo Confagricoltura auspica che le disposizioni europee ed italiane in materia consentano effettivamente di valorizzare i crediti di carbonio prodotti dalle superfici forestali italiane.