“Stiamo chiedendo, come Confagricoltura, al Consorzio del Parmigiano-Reggiano di investire di più, in termini di marketing, per favorire le cosiddette vendite dirette, ossia le attività commerciali dei consorziati, svolte negli spacci aziendali o indirizzate direttamente al dettagliante finale”. Questo uno dei messaggi che il presidente di Confagricoltura Parma, Roberto Gelfi, ha lanciato in occasione dei primi incontri di zona – a Busseto, San Secondo e Fidenza – con i soci dell’organizzazione agricola.
“Sino ad oggi – ha spiegato – gli investimenti in marketing del Consorzio si sono focalizzati, principalmente, sui canali della GDO e dei grossisti. Ma il ritorno, in termine di reddito, per i produttori di formaggio e di latte, non è stato pienamente soddisfacente, considerando che le risorse che vengono investite dal Consorzio dei produttori di formaggio Parmigiano-Reggiano derivano proprio dagli associati e dai loro fornitori produttori di latte, vale a dire da coloro che nella filiera sono gli unici a vivere di solo Parmigiano. Ecco perché ci attendiamo un segnale dal Consorzio nell’ottica di sostenere maggiormente le vendite dirette che, attualmente, sono all’incirca il 15 per cento delle vendite totali del Parmigiano-Reggiano e sono curate direttamente dai produttori”.
Nel corso del suo intervento Gelfi ha parlato anche di altri temi caldi dell’agricoltura. “Confagricoltura è il sindacato dell’agricoltura professionale, degli agricoltori imprenditori – ha aggiunto – e come tale chiede politiche che consentano di investire ed innovare. Politiche che devono essere semplici, dirette e chiare. Noi agricoltori di Confagricoltura diciamo no ad una politica agricola che ritiene impossibile un’agricoltura capace di produrre alimenti in quantità e qualità, pur restando nel contempo pienamente sostenibile.
Covid, prima, e guerra in Ucraina, poi, hanno dimostrato in maniera impietosa come all’agricoltura spetti prima di tutto il compito di soddisfare le necessità quantitative di cibo. E per riuscirvi saranno decisive le novità proposte dalle biotecnologie, senza opposizioni aprioristiche ai risultati raggiunti da scienza e ricerca applicata”.
Tra le maggiori criticità quella del credito. “Se non ripartirà l’economia e continuerà a crescere l’inflazione – ha sottolineato Gelfi – c’è un elevato rischio connesso alla particolare esposizione finanziaria del settore agricolo. Per questo dobbiamo chiedere, con forza, che siano predisposti meccanismi di rinegoziazione del debito tali da garantire un atterraggio morbido in caso di crisi finanziaria”.
Gelfi si è soffermato anche sulla tematica ambientale: “L’agricoltura non può essere sempre e soltanto sul banco degli imputati perché, in realtà, è uno dei settori più danneggiati da fenomeni come il cambiamento climatico e la scarsità idrica, che hanno effetti diretti ed immediati sui risultati economici delle nostre aziende”. E sulla fauna selvatica ha messo in evidenza: “Se ci sono danni, è giusto che gli agricoltori siano indennizzati in maniera equa”.
Infine un passaggio sul tema delle energie rinnovabili: “Stiamo superando, faticosamente, il limite normativo imposto dalla politica, secondo il quale le imprese agricole possono produrre energia solo per autoconsumo. In realtà ci sono tutte le condizioni per produrre anche per la collettività. Ed in quest’ottica potrebbe essere necessario investire per rendere più efficiente la rete di distribuzione”.
L’intervento del presidente Gelfi è stato preceduto dagli approfondimenti di Andrea Corradi, sulla nuova Pac, di Carlo Paini, sulla Finanziaria, e dall’aggiornamento di Chiara Emanuelli, per il patronato.
Gli incontri sono stati introdotti dal direttore di Confagricoltura Parma Eugenio Zedda e, a Busseto, ha portato il proprio saluto anche l’assessore comunale Luca Concari.