I prodotti dei terreni agricoli e degli allevamenti dei soci di Confagricoltura Parma alla base delle ricette degli chef di Parma quality restaurants.
Questo il segreto del successo de “Il cuoco e il contadino…un matrimonio naturale”, il progetto ideato dalla nostra organizzazione agricola insieme a Parma quality restaurants, consorzio di 37 ristoranti in rappresentanza di tutto il territorio Parmense: dalla Bassa sino all’Appennino.
La firma ufficiale del patto di collaborazione era avvenuta lo scorso maggio durante Cibus alle Fiere di Parma. Poi, in occasione del Settembre Gastronomico ospitato in città ed apertosi con la Cena dei mille, il progetto si è concretizzato con la presentazione delle prime ricette realizzate con i prodotti dei nostri soci con i piatti che sono stati presentati nel prestigioso scenario del Bistrò, ristorante allestito sotto ai Portici del Grano in piazza Garibaldi, nel cuore della Città.
“Abbiamo fatto incontrare produttori e ristoratori – spiegano il presidente di Confagricoltura Parma Mario Marini ed il direttore Eugenio Zedda – facendo in modo che ci fosse un’occasione di arricchimento e di valorizzazione per entrambi. Spesso ci si dimentica del grande lavoro che c’è all’origine di un buon piatto che ci viene servito al ristorante. Ci sono persone che lavorano duramente, si alzano prima dell’alba, sono nei campi, esposte alle bizze del tempo. La filiera corta è fondamentale perché valorizza, all’insegna della sostenibilità e della stagionalità, il ruolo del produttore agricolo, spesso, purtroppo, anello debole della filiera”.
Al primo appuntamento del progetto ha partecipato anche l’executive manager di Parma Alimentare Alessandra Foppiano: “Siamo felici di aver ripreso l’attività di promozione delle filiere di qualità del territorio. Abbiamo aperto il Settembre Gastronomico con il Festival del Prosciutto e con la Cena dei Mille e lo abbiamo proseguito con tante altre iniziative molto apprezzate come questa che fa incontrare agricoltori e cuochi”.
“Abbiamo portato in piazza i prodotti della nostra terra e dei nostri allevamenti – il commento dei produttori – affinché possano essere utilizzati al meglio dagli chef. Arriviamo da un’annata molto impegnativa vista la significativa siccità che l’ha accompagnata e l’impennata dei costi energetici e dei fattori di produzione, ma non ci siamo persi d’animo. Il dialogo con i cuochi, così come il contatto diretto con i consumatori nei mercati agricoli, è per noi fondamentale per valorizzare i frutti del nostro duro lavoro”.