Grano, in vista un po’ di stabilità dopo anni “in altalena”

All’orizzonte una fase di maggiore stabilità dopo anni “in altalena” per le conseguenze della pandemia, lo scoppio della guerra in Ucraina e l’impennata dei costi energetici e di produzione. 

È emerso un cauto ottimismo dal “Focus cereali” promosso da Confagricoltura Parma per fare il punto della situazione, in particolare, sui settori del grano tenero e duro con l’analisi di Emilio Ferrari (Durum wheat purchasing director di Barilla) e dei vertici di Confagricoltura: i presidenti regionale, Marcello Bonvicini, e provinciale, Roberto Gelfi, ed i direttori regionale, Guido Zama, e provinciale, Eugenio Zedda, affiancati da Andrea Rossi, neo eletto presidente della sezione cerealicola di Confagricoltura Parma. 

“La situazione dei mercati – ha spiegato Ferrari – è complessa e rende molto difficile fare previsioni accurate. Gli eventi straordinari degli ultimi anni, come pandemia e guerra in Ucraina, hanno condizionato l’andamento delle principali commodities determinando timori rispetto alla disponibilità di cereali nel mondo. Attualmente, invece, stiamo passando dall’estrema volatilità degli ultimi anni ad una fase di probabile maggiore stabilizzazione dei prezzi del grano e, in generale, dei cereali. Ma su tutto questo incombe la variabile climatica con la sempre maggior probabilità del verificarsi di eventi estremi. Tuttavia, allo stato attuale, possiamo prevedere per il grano una produzione regolare che dovrebbe consentire una maggiore stabilità delle quotazioni”. 

I timori, in campo, non mancano come spiega Bonvicini: “La campagna cerealicola corrente, sul fronte dei prezzi, ci preoccupa perché come agricoltori abbiamo già sostenuto importanti costi di produzione che, essendo elevati, riducono, di molto, la marginalità. A questo si sta affiancando una stagione, già ora, siccitosa”. 

Dall’incontro è emersa l’importanza di fare aggregazione. “Barilla – ha sottolineato in merito Ferrari – ha sempre avuto molta attenzione per la filiera. Siamo consapevoli che la qualità dei nostri prodotti parte dal campo. Da qui il nostro impegno nei contratti di filiera per valorizzare chi lavora bene, chi riesce a fornire un prodotto di qualità per il nostro consumatore finale, ottenendo così un riconoscimento anche in termini di prezzi”.

Situazione molto complessa, invece, per il mais come evidenziato da Bonvicini: “è una coltura che ha perso appeal. In Emilia-Romagna registriamo un -60% di investimenti per il mais che, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare problemi per la presenza di aflatossine che ne compromettono la produzione”.

Semaforo verde, invece, per l’ulteriore implementazione della tecnologia in campo con progetti come Granoscan – app di intelligenza artificiale sviluppata da Barilla insieme al Cnr (per maggiori dettagli: granoscan.it)- per il riconoscimento in campo delle principali avversità del frumento. 

“L’uso delle nuove tecnologie applicato all’agricoltura è un aspetto molto interessante, una partita per la quale Confagricoltura è pronta fare la propria parte – ha concluso Gelfi -. Il confronto con Barilla, così come con le altre realtà industriali alle quali sono indirizzati i prodotti dei nostri terreni, è molto prezioso per capirci e studiare insieme strategie future>”. 

I numeri del grano a Parma

In Emilia-Romagna (dati Agrea) nel 2022 ci sono stati 93mila ettari coltivati a grano duro e 164mila ettari a grano tenero. A Parma gli ettari di duro sono stati 7.550 e a tenero 12.726 con più di un terzo delle superfici totali coltivato da aziende socie di Confagricoltura. 

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