La prima sezione del Tar della Lombardia ha accolto, con la sentenza n. 2677/2022, i primi ricorsi contro la delibera n. 266/2022 dell’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) che introduce i limiti ai ricavi (i cosiddetti “extra-profitti”) ottenuti dagli impianti alimentati con fonti rinnovabili.
Effetto dell’accoglimento è l’annullamento degli atti impugnati. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, Confagricoltura, tra i primi ad aver presentato ricorso, esprime particolare soddisfazione per la decisione presa dal giudice amministrativo.
“Avevamo giudicato sin dal primo momento ingiusto – commenta Confagricoltura – il meccanismo previsto dal dl impugnato, secondo il quale i titolari degli impianti sarebbero tenuti a versare (o ricevere) la differenza tra il prezzo di vendita dell’energia e un prezzo di riferimento fissato per legge.
Tale meccanismo di compensazione, contenuto nell’articolo 15bis del decreto-legge Aiuti-ter, riguarda gli impianti di generazione da fonte rinnovabile beneficiari di premi fissi o entrati in esercizio prima del 2010, insieme a quelli non beneficiari di incentivi.
L’accoglimento del ricorso è un importante segnale rivolto alle tante imprese agricole italiane che hanno investito nella realizzazione di impianti green per puntare all’autosufficienza energetica e alla diversificazione delle proprie attività e che adesso rischiano di vedere i propri sforzi vanificati da una tassazione che Confagricoltura ritiene discriminante, irragionevole e sproporzionata”.