Dalla protesta alla proposta: incontro con il prefetto

Da sinistra Zedda, Garufi e Gelfi.

Un “Manifesto per l’agricoltura” che contiene un decalogo di indicazioni all’Unione Europea per rivedere le politiche agricole.

Questo il documento predisposto da Confagricoltura e consegnato al prefetto di Parma Antonio Lucio Garufi dal presidente di Confagricoltura Parma Roberto Gelfi e dal direttore Eugenio Zedda.

“Il Manifesto – spiega Gelfi – ci consente di passare dalla sola protesta alla proposta. È un documento che recepisce le richieste del mondo agricolo e le fa diventare qualcosa di concreto, nero su bianco, da sottoporre all’Unione Europea per rivedere, concretamente, la Pac. È il frutto di quanto emerso in tre anni di opposizione alla Pac, bocciata da Confagricoltura sin dalla sua prima presentazione nel 2021, ed è la sintesi di molti temi trattati nelle ultime settimane anche nel territorio parmense durante gli incontri di zona di Confagricoltura Parma con gli associati delle aree di Busseto, Fidenza, San Secondo, Langhirano, Fornovo, Borgotaro e della sede centrale di Parma”.

Con il Manifesto Confagricoltura chiede l’aumento in termini reali del bilancio destinato all’agricoltura e la rimodulazione degli aiuti diretti della Pac in funzione dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi così come una gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi.

Si parla poi della sospensione delle proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali con revisione della “Direttiva Nitrati” e della riformulazione della proposta sugli imballaggi.

Tra i temi trattati anche l’eliminazione degli obblighi relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni e la richiesta di una semplificazione amministrativa con riduzione della burocrazia.

Confagricoltura chiede, inoltre, maggiori controlli sulle importazioni, l’inserimento di grano e semi di girasole nella lista dei prodotti sensibili; la moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità delle imprese e il sostegno alla diffusione delle innovazioni per la competitività e per l’affermazione di processi produttivi sempre più sostenibili. Nel corso dell’incontro sono stati trattati con il prefetto anche temi di stretta attualità locale come il pericolo della diffusione della Peste suina africana, la proliferazione della fauna selvatica, la gestione dei flussi migratori e la richiesta di manodopera qualificata in agricoltura.

Modifiche alla Pac in vista

Al momento di andare in stampa con questo Gazzettino sono giunte importanti indicazioni dall’Ue in merito ad una modifica della Pac. La Commissione Europea, infatti, ha invitato le cinque principali organizzazioni di rappresentanza agricola (tra cui il Copa-Cogeca, di cui fa parte anche Confagricoltura) a presentare osservazioni di modifica all’attuale normativa Pac.

Dopo tante consultazioni sono emerse proposte che, se ratificate ufficialmente, rappresenteranno una piccola “rivoluzione” rispetto a quanto prospettato ai produttori sin qui. Bruxelles infatti sta valutando, in primo luogo, di eliminare totalmente l’obbligo di destinazione del 4% della superficie aziendale a terreno incolto, con il “set aside” che diverrebbe su base volontaria, e soprattutto pagato da parte dell’Europa. Importanti novità anche per quanto riguarda la rotazione colturale, che viene sì confermata, ma con la possibilità, in aggiunta, di poter attuare una diversificazione dei seminativi, come previsto dalla precedente riforma Pac. In ultimo, cambierebbe anche la BCAA6 dedicata al riposo invernale dei terreni: sarà il singolo stato membro a decidere, in base al rigo- re del proprio inverno, il periodo di fermo minimo obbligatorio. Previste anche semplificazioni burocratiche per le aziende più piccole.

“Saremmo di fronte a una piccola, grande rivoluzione dovuta all’importante azione sindacale che la nostra organizzazione, assieme ad altre in Europa – commenta Confagricoltura – sta portando avanti da mesi. Contestiamo solo le tempistiche, dal momento che, se ratificate, queste misure entrerebbero in vigore retroattivamente dal 1° gennaio 2024, con le scelte agronomiche già fatte da parte dei nostri produttori. Sarebbe stato ideale anticiparle di qualche mese. Non convince, invece, la proposta di alleggerimento dei controlli e delle penalità per le aziende al di sotto dei dieci ettari”.

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