Crisi idrica: dichiarato lo stato di emergenza in Emilia-Romagna

È stato dichiarato dal Governo oggi (4 luglio) lo stato di emergenza per la crisi idrica in Emilia-Romagna. Un provvedimento – stabilito anche per Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto e Piemonte – che ha consentito lo stanziamento dei primi 10,9 milioni di euro per gli interventi più urgenti contro la grave siccità nella nostra regione. 

“La dichiarazione dello stato di emergenza – commenta Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma – è un provvedimento molto importante per garantire, nell’immediato, un aiuto concreto al comparto agricolo. Lo stanziamento di 10,9 milioni di euro a favore dell’Emilia-Romagna è un primo importante passo per l’adozione di atti urgenti e per accelerare l’iter procedurale di interventi necessario alla realizzazione di invasi, laghetti e bacini di captazione ad uso plurimo che consentano, come ribadiamo sempre, di immagazzinare acqua nei periodi in cui è presente per poi utilizzarla nei momenti di siccità come quello attuale per un utilizzo a favore dell’agricoltura, oltre che a fini idropotabili. La dichiarazione dello stato di emergenza – prosegue Marini – è il frutto di un lavoro coordinato che ha visto collaborare la Regione, gli enti del settore e le organizzazioni agricole, Confagricoltura in primis, per individuare insieme le priorità sulle quali intervenire. Ciò che resta fondamentale, come Confagricoltura ribadisce da anni, è la programmazione sul lungo periodo perché la crisi idrica non è un’emergenza del momento, ma un problema di lungo corso che, come tale, va gestito adottando provvedimenti strutturali. L’agricoltura, che in questi mesi ha già affrontato difficoltà per l’aumento dei fattori di produzioni e dell’energia, non è in grado di fronteggiare ulteriori problematiche dovute alla scarsità idrica. Servono, dunque, interventi efficaci e lungimiranti per non mettere a rischio il futuro del Made in Italy. Non è più il tempo delle promesse e dei tavoli di progettazione, lo ribadiamo, ma quello dei fatti concreti, dell’inizio dei lavori con operai e ruspe in azione”. 

Subito dopo la dichiarazione dello stato di emergenza è stata convocata la cabina di regia, presieduta dall’assessora regionale alla Protezione Civile e all’Ambiente, Irene Priolo, per definire il Piano delle opere da mettere in atto per il contrasto alla siccità. In agenda ci sono la realizzazione di nuovi pozzi e la rigenerazione di quelli esistenti; la sostituzione di condotte, l’installazione di pompe idrovore e di sistemi di potabilizzazione mobili. Tra le proposte avanzate , nello specifico, anche quelle del Consorzio di bonifica parmense che ha parlato della posa di un impianto di sollevamento mobile per attingere acqua dall’ex-Cave di Medesano e di due pompe di pressollevamento mobili per il prelievo dell’acqua dal Po. 

A confermare il quadro drammatico della situazione anche l’ultimo bollettino dell’Osservatorio sugli utilizzi idrici che riporta: “I livelli del fiume Po stabilizzati al ribasso rimangono ben al di sotto del minimo per poter allontanare lo spettro del danno ambientale nel delta e di quello colturale nel resto del distretto. Piogge assenti e temperature ancora in rialzo per giorni. Sull’acqua serve, in tempi rapidi, maggior considerazione e capacità di intervento strutturale, prima che sia troppo tardi”. 

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