Confagricoltura Parma a Bruxelles

Da sinistra Zedda, Giansanti e Gelfi.

“È scaduto il tempo per gli approfondimenti e per le consultazioni on line. Abbiamo presentato le nostre proposte per una profonda semplificazione burocratica e per la salvaguardia del potenziale produttivo delle imprese. 

Ora tocca alle istituzioni dare una risposta efficace alle aspettative del mondo agricolo italiano ed europeo. Diversamente, le proteste e le manifestazioni di piazza sono destinate ad aumentare”.

È il messaggio lanciato dal presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’assemblea straordinaria dell’organizzazione che si è tenuta a Bruxelles e alla quale hanno partecipato anche il presidente di Confagricoltura Parma Roberto Gelfi ed il direttore Eugenio Zedda. 

“In Europa – sottolinea Gelfi – si definiscono le sorti dell’agricoltura europea. La nostra presenza a Bruxelles, nelle sedi in cui si prendono le decisioni, dimostra la volontà di far sentire la nostra voce. L’agricoltura deve essere considerata come il settore che deve assicurare il cibo in quantità e qualità ed è per questo che deve tornare ad occupare la giusta posizione nell’agenda politica e nella considerazione dell’opinione pubblica. La protesta in atto dimostra che l’agricoltura è in difficoltà soprattutto per politiche europee che la costringono e la vincolano, non mettendo al centro ciò che per noi è più importante: la sicurezza alimentare, intesa come quantità e qualità del cibo che dobbiamo produrre per i cittadini di tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di regole che vincolino la produzione, bensì che incentivino il ruolo dell’agricoltura come fornitrice di prodotti agricoli e cibo per l’umanità. 

“Per Confagricoltura – ha evidenziato Giansanti – i limiti della Pac in vigore dallo scorso anno sono stati subito evidenti. Per applicare la nuova normativa le amministrazioni nazionali hanno dovuto redigere piani strategici di migliaia di pagine. Gli adempimenti burocratici sono saliti a dismisura a fronte di risorse finanziarie in calo e l’eccezionale rialzo dell’inflazione ha aumentato le difficoltà degli agricoltori. Si è discusso molto sul bilancio dell’Ue destinato all’agricoltura, ma l’aiuto diretto della Pac è ormai ridotto a 120 euro in media ad ettaro. La prossima scadenza della legislatura europea rende oltremodo complicata la modifica degli atti di base della Pac, ma esistono strade alternative – sottolinea il presidente di Confagricoltura -. In caso di emergenze e di cause di forza maggiore possono essere sospese le sanzioni previste in caso di inadempimento. Dalla pandemia all’impatto economico dell’aggressione dell’Ucraina, fino alla recente crisi in Medio Oriente, l’agricoltura italiana ed europea è in emergenza da oltre tre anni. In aggiunta ai vistosi limiti della Pac, il settore è alle prese con le conseguenze dell’aumento senza precedenti dei tassi di interesse. Da qui la nostra richiesta di una moratoria concordata a livello europeo a supporto della liquidità delle imprese” aggiunge Giansanti.

L’assemblea di Confagricoltura a Bruxelles.

“Un’altra questione da affrontare è quella della reciprocità delle regole negli accordi commerciali con i paesi terzi: dalla sicurezza alimentare alla tutela del lavoro. Se riduciamo la produzione europea e aumentiamo le importazioni da paesi dove vigono normative meno rigorose di quelle europee, riduciamo la sicurezza alimentare e allo stesso tempo importiamo più CO2. Siamo convinti sostenitori del libero mercato e del multilateralismo per la gestione del commercio internazionale – prosegue Giansanti –, ma vanno previste clausole di salvaguardia automatiche quando i flussi delle importazioni raggiungono livelli tali da destabilizzare i mercati agricoli dell’Ue. A gennaio, ad esempio, le esportazioni di arance dell’Egitto sul mercato europeo sono ammontate a 45mila tonnellate, il 104% in più sullo stesso mese del 2022. La Pac è una politica comune che, in situazioni di crisi, richiede risposte altrettanto comuni. L’assenza e il ritardo delle decisioni da parte delle istituzioni di Bruxelles apre la strada alla concessione di aiuti pubblici a livello nazionale. Di recente il governo di Parigi ha annunciato un piano a sostegno del settore degli allevamenti con una dotazione di oltre 450 milioni di euro. Nel complesso, gli aiuti pubblici interni varati nelle ultime settimane a favore dell’agricoltura hanno raggiunto i 900 milioni di euro. In questo modo – conclude Giansanti – si incrina la solidità del mercato unico e viene infranto il principio della libera concorrenza tra le imprese. E l’Europa fa un passo indietro”.

 

L’assemblea al Copa Cogeca

All’assemblea di Confagricoltura organizzata al Copa Cogeca sono intervenuti anche i due presidenti, la francese Christiane Lambert (Copa) e lo svedese Lennart Nilsson (Cogeca). “Questa è la casa degli agricoltori – hanno dichiarato -. Questi momenti di confronto sono il modello perfetto per arrivare ad una proposta unitaria che tuteli gli agricoltori e la sicurezza alimentare europea”.

Il Copa ha chiesto per il prossimo Commissario Ue all’agricoltura la vicepresidenza esecutiva, in modo da rimettere al centro delle politiche europee il settore primario. Per l’Italia, inoltre, sarebbe importante esprimere il Commissario.

Collegamento da Bruxelles con Borgotaro, durante l’assemblea di zona.

Il manifesto con le priorità di Confagricoltura

1. Nuovo allargamento dell’Ue: aumentare in termini reali il bilancio destinato all’agricoltura e rimodulare gli aiuti diretti della Pac in funzione dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi.

2. Cambiamento climatico: varare il “terzo pilastro” della Pac per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi ed aumentare la dotazione finanziaria e rivedere le modalità di funzionamento della vigente riserva di crisi.

3. Sicurezza alimentare: sospendere l’entrata in vigore di alcuni provvedimenti discussi nel corso della legislatura in scadenza, in attesa delle conclusioni del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione europea.  La sospensione deve riguardare le proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali. Va anche rivista la “Direttiva Nitrati” che risale al1991.

4. Riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi secondo il principio della neutralità tecnologica e tenendo conto della specificità dei prodotti destinati all’alimentazione.

5. Eliminare dalla normativa sulla Pac gli obblighi relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni. In via immediata, vanno sospese le sanzioni.

6. Semplificazione amministrativa: ridurre in misura incisiva gli adempimenti burocratici per gli aiuti diretti della Pac, compresi gli “ecoschemi”.

7. Reciprocità e controlli sulle importazioni: assicurare il rispetto delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità, tutela del lavoro e del benessere degli animali.

8. Inserire grano e semi di girasole nella lista dei prodotti sensibili prevista nella proposta di regolamento riguardante la proroga della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina.

9. Moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità delle imprese: l’eccezionale aumento dei tassi ha coinciso, a partire dallo scorso anno, con la contrazione dei prezzi all’origine.

10. Sostenere la diffusione delle innovazioni per la competitività delle imprese e per l’affermazione di processi produttivi sempre più sostenibili.

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