Cibus Connecting Italy

“A Parma portiamo il desiderio delle imprese agricole di essere protagoniste. L’intenzione di tornare a competere sui mercati dopo anni difficili, durante i quali l’agroalimentare ha dimostrato di essere un settore fondamentale per il Paese”. Questo il messaggio del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti in occasione dell’inaugurazione di Cibus Connecting Italy, il progetto del Salone internazionale dell’alimentazione alle Fiere di Parma.

“I dati presentati in Fiera dimostrano che c’è grande attenzione al Made in Italy, ma dobbiamo riflettere anche sull’attuale congiuntura economica e in particolare, sull’aumento dei tassi di interesse, sull’alto costo della spesa alimentare e sull’inflazione. Tutti fattori che rischiano di avere un impatto molto significativo sul nostro settore – sottolinea il presidente –. Per la filiera del food Cibus diventa quest’anno un’opportunità di riorganizzarsi e affrontare anche le nuove sfide. Non dobbiamo avere paura dei cibi sintetici quando abbiamo la fortuna di essere coloro che producono e propongono al mondo eccellenze come il Parmigiano, il prosciutto e l’olio di oliva”. 

Netta la posizione sul caso Parmigiano-Wisconsin. “Qualcuno si diverte a usare, impropriamente, la storia del nostro straordinario formaggio – stigmatizza Giansanti –. Il Parmigiano Reggiano è uno ed unico, frutto di una produzione con tradizione secolare, italiana. Certi attacchi, come quello lanciato dalle pagine del Financial Times, non fanno bene al settore”. Per il presidente della Confederazione, l’episodio è anche un incentivo a lavorare sulle strategie di comunicazione del Made in Italy, “perché le offensive sono su più fronti – spiega –: non riguardano solo il comparto lattiero-caseario, ma anche la zootecnia e la viticoltura. Questo accade perché, evidentemente, il nostro sistema agroalimentare di qualità dà fastidio”. Una battaglia che ha bisogno di unità. “Mi auguro che il governo ci aiuti, sempre di più, a comunicare quello che è lo straordinario valore del nostro Made in Italy”, chiosa il presidente di Confagricoltura. 

Notizie positive, invece, sul fronte Ceta, l’accordo di libero scambio Ue-Canada. Palazzo Chigi ha espresso l’intenzione di procedere presto alla ratifica dell’intesa. “Sul Ceta, il mercato ha dimostrato chi ha ragione e chi ha torto – commenta Giansanti –. Come Confagricoltura abbiamo sempre sostenuto che l’accordo contenga elementi a favore della filiera italiana. Altri la pensavano diversamente, tanto da promuovere raccolte di firme per fermarne l’iter e cercando sponde anche tra i consigli comunali”. La ragione di questa opposizione è stata principalmente la paura. “Non dobbiamo averne – dice il presidente –, il mercato va affrontato a testa alta, organizzati”. Quello con il Canada non è l’unico accordo che chiede al settore primario italiano di prendere posizione. “Ce ne sono altri in scadenza: ad esempio quello con l’Australia, rispetto al quale dovremo arrivare a un compromesso che tuteli le nostre produzioni”. Diversa è la posizione della Confederazione su altri tavoli aperti. Uno su tutti è quello dell’accordo con il Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale, “che riteniamo, invece, sia molto pericoloso”.

L’ultima riflessione di Massimiliano Giansanti da Cibus è sulla crisi idrica. “Apprezziamo la scelta del governo di nominare un commissario per la siccità. Noi chiediamo di sbloccare le risorse economiche destinate alla gestione dell’acqua e riteniamo che, nel breve periodo, sia necessario un accordo con l’industria idroelettrica per un’equa gestione degli invasi tra le necessità dei campi e quelle della produzione di energia”. Non bisogna dimenticare la lotta agli sprechi. “Dobbiamo fare in modo che gli agricoltori impegnati nel risparmio idrico vengano sostenuti”. 

Atro discorso è per il medio-lungo periodo. “Riteniamo si possa iniziare a pensare al recupero delle acque reflue, come avviene già in Israele, e alla realizzazione di dissalatori e di grandi bacini sia pubblici che privati”.