Biostimolanti: i progetti Better-Bio e InBios

Utilizzare i biostimolanti, prodotti di origine naturale, per migliorare la sostenibilità delle produzioni agroalimentari e favorirne la resistenza allo stress idrico e l’efficienza rispetto all’uso dei nutrienti. 

Questi gli obiettivi dei due Goi (Gruppi operativi per l’innovazione) InBios e Better-Bio presentati nella sede di Confagricoltura Parma nell’ambito di un’iniziativa che fa parte dei risultati del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 sostenuto da Unione Europea e Regione Emilia-Romagna

“Abbiamo lavorato – spiega Luigi Lucini, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – per integrare i biostimolanti di origine microbica con biostimolanti non microbici al fine di raggiungere obiettivi come promuovere la crescita della pianta, anche in condizioni subottimali con ridotto apporto di azoto per ridurre la contaminazione delle acque, e favorirne le naturali difese, migliorando le risposte ai patogeni nell’ottica di un ridotto apporto di agrofarmaci. Si è quindi operato per una produzione più sostenibile con meno input (meno azoto e meno agrofarmaci) in linea con gli obiettivi comunitari e tenendo conto anche della necessità di garantire la redditività della coltivazione per l’agricoltore”. 

“Per noi imprenditori agricoli è molto interessante – dichiara Roberto Gelfi, presidente di Confagricoltura Parma – avere a disposizione studi così approfonditi per poter valutare l’utilizzo di approcci e tecnologie innovative per dimostrare, ulteriormente, che l’agricoltura è attenta alla sostenibilità”. 

BetterBio, incentrato su frumento in regime biologico, ha visto collaborare la Cattolica con azienda agraria sperimentale Stuard, centro di formazione Tadini, Molino Grassi, Open Fields, Sopred e le aziende agricole Simone Giovanelli e Giuliano Guglielmi e Anna Zanelli

Inbios, incentrato su pomodoro da industria e mais, ha visto operare la Cattolica insieme a Stuard, Tadini, Cerzoo, Pizzacchera società agricola e azienda agricola Felletti Luca

Tanti i contributi in occasione della presentazione dei due progetti. A portare la propria testimonianza Gianmaria Cunial di Vigna Cunial, tra i pionieri del bio a Parma per l’uso dei biostimolanti sulla vite; Roberto Reggiani, direttore della Stuard, ente che ha monitorato i vari risultati; Federica Grassi di Molino Grassi, partner industriale del progetto BetterBio e Patrizia Alberti, dell’area Innovazione, formazione e consulenza della direzione generale agricoltura della Regione. “Nel precedente Psr – dichiara Alberti – sono stati stanziati 59 milioni di euro per 234 gruppi operativi per l’innovazione e 81 progetti di innovazione. Un impegno che proseguirà nel prossimo Psr 2023-2027”. 

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