Una collaborazione tra Confagricoltura Parma ed Università di Parma per raccogliere, tramite un questionario, dati utili per studiare e far crescere il settore biologico della nostra provincia.
Questo l’intento del progetto presentato nella sede di Confagricoltura Parma a cura dei docenti universitari Filippo Arfini e Rosalia Filippini in collaborazione con Marianna Guareschi.
“La strategia europea Farm to Fork – si sottolinea nella presentazione del questionario – prevede per il 2030 che almeno il 25% della Sau sia coltivata con pratiche agricole che derivano da agricoltura biologica certificata e Parma è la provincia in Emilia Romagna che ha il maggior numero di aziende agricole certificate biologiche. Per questo motivo è importante studiare il fenomeno per poter supportare efficaci strumenti politici e di mercato”.
L’obiettivo specifico della ricerca è quello di svolgere un’analisi delle relazioni socio-economiche delle aziende biologiche in una logica verticale di filiera e orizzontale tra agricoltori e allevatori.
Il questionario è suddiviso in 3 sezioni: una prima parte relativa alla conoscenza dell’azienda che contiene domande di carattere generale sulla conduzione dell’azienda, la manodopera famigliare, e le principali attività produttive ed economiche. Poi c’è una seconda sezione relativa alle relazioni socio-economiche che contiene domande sulle relazioni di filiera (network verticale) e sulle relazioni tra agricoltori della provincia di Parma con certificazione biologica (network orizzontale). Infine, la terza parte, è incentrata sul sistema di certificazione biologica e presenta domande di valutazione sul sistema della certificazione biologica.
I questionari saranno visionati ed elaborati dal solo personale di ricerca dell’Università di Parma (dipartimento di Scienze economiche e aziendali) e le informazioni saranno divulgate in forma aggregata ed anonima.
“L’intento – hanno sottolineato Arfini e Guareschi – è quello di creare un coordinamento per il settore biologico, in assenza del quale il biologico soffre. Puntiamo ad una rete tra produttori e consumatori con modelli di marketing innovativi per valorizzare questa produzione, a partire dal territorio Parmense, ad esempio introducendo il bio di Parma nelle mense scolastiche ed aziendali del territorio.Tutto questo con un modello di governance inclusivo che promuova il dialogo tra i vari stakeholder e consideri anche l’eventuale creazione di un marchio registrato nel segno della qualità delle produzioni”.
Il presidente di Confagricoltura Parma Roberto Gelfi ha parlato di <un progetto meritorio che intende creare nuove occasioni, e quindi spazi di mercato. per un prodotto ben caratterizzato e distinguibile> ed ha sottolineato l’importanze di “collocare al centro di questo progetto l’agricoltore, spesso ai margini dei processi di commercializzazione di ciò che produce”.
Tutti i soci di Confagricoltura Parma possono partecipare al questionario accedendo al link (https://seaunipr.qualtrics.com/jfe/form/SV_eDNxM41xwjgw5Js) disponibile anche nella sezione notizie del sito https://www.confagricoltura.org/parma/