Biodistretto di Parma

“Dopo l’adesione al protocollo siamo pronti a darci delle regole per perseguire, insieme, il bene della filiera”. Questo il prossimo obiettivo dei sottoscrittori del protocollo d’intesa per il Biodistretto di Parma, ospiti di Confagricoltura Parma durante Cibus per fare il punto sulla filiera bio. 

“Molti biodistretti – ha dichiarato il docente dell’Università di Parma, Filippo Arfini – sono nati dai produttori. Il nostro di Parma ha avuto una genesi differente. È sorto dal bisogno delle istituzioni, in primis i comuni, e dalle esigenze dei consumatori che, sempre più, chiedono cibo salubre. È stata quindi la domanda a chiedere prodotti di qualità. Affrontiamo così il tema dell’eterogeneità dell’offerta composta da imprese di grande e piccole dimensioni. Gli operatori devono conoscersi ed avere fiducia tra di loro. Se questo avverrà si ridurranno le difficoltà. Ciò che serve, oggi, è un’azione di governance di un sistema complesso composto da filiera e territorio, un vero e proprio centro di coordinamento. Il percorso che stiamo avviando come biodistretto è inclusivo: vogliamo scrivere le regole insieme a produttori, trasformatori e consumatori”. 

I primi partner potranno essere proprio le organizzazioni agricole, a partire da Confagricoltura Parma. “Di biodistretti spesso se ne parla a sproposito – ha sottolineato Mario Marini, presidente di Confagricoltura Parma -. Qui invece c’è concretezza per dialogare e stringere accordi ed il Parmense è indubbiamente un territorio vocato alla creazione di un importante biodistretto”. 

Concetti condivisi dal consigliere delegato all’Agricoltura del Comune di Parma Sebastiano Pizzigalli: “In provincia di Parma oltre il 15% della superficie agricola è biologica, un dato in costante crescita. Il Biodistretto punta, proprio, a valorizzare le produzioni bio di Parma. Da qui l’idea della sottoscrizione di un protocollo d’intesa al quale hanno già aderito una cinquantina di soggetti tra cui una ventina di comuni ed una trentina di associazioni di categoria e altri soggetti di vari settori. L’idea è quella di fare rete tra le aziende del territorio che producono bio, coinvolgere i ristoratori e sensibilizzare i cittadini”.

Per il sindaco di Borgotaro Marco Moglia il concetto è chiaro: “Chi vuole andare lontano deve camminare insieme ed il Biodistretto si pone proprio questo obiettivo”. 

Durante la presentazione anche l’esperienza diretta di un’azienda – Agrizoo di Andrea Minardi – che fu tra i cinque pionieri del parmigiano biologico a Parma nel 1999. “Passammo dalla produzione convenzionale a quella biologica, prima di tutto per una questione etica – ha spiegato Minardi -. La pandemia ha rimesso al centro l’importanza di un cibo salubre. Ed anche l’Unione Europea si sta muovendo in questa direzione. Il progetto di un biodistretto che consenta di creare un sistema dialogante tra le imprese è certamente positiva coordinando l’attività di produttori, trasformatori, consumatori ed organizzazioni”. 

DIDASCALIA PER LA FOTO: Da sinistra Andrea Minardi, Sebastiano Pizzigalli, Mario Marini, Marco Moglia, Filippo Arfini ed Eugenio Zedda. 

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