Rinnovo C.C.N.L. Operai Agricoli – è arrivata la Piattaforma.

Pervenuta, in questi giorni, alle sedi romane di Confagricoltura, CIA e Coldiretti, la piattaforma rivendicativa, predisposta da FLAI – C.G.I.L., FAI – CISL e UILA – UIL, per il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro per gli operai agricoli e florovivaisti in scadenza al 31/12/2021.

Il precedente C.C.N.L. era stato sottoscritto il 19 giugno 2018.

Il rinnovo è relativo al periodo 2022 – 2025.

I sindacati dei lavoratori, nell’illustrare le richieste, stigmatizzano alcuni interessanti elementi relativi al lavoro agricolo, elaborando – all’uopo – dati I.N.P.S. ed ISTAT.

Il documento evidenzia, infatti, come il numero delle giornate di lavoro agricolo abbia subìto, nel 2020, una flessione; le periodo esaminato, gli operai agricoli dipendenti sono passati da 1.060.206 unità del 2019 a 1.042.729 del 2020, circa 18mila lavoratori in meno nell’anno pandemico. Secondo i sindacati, il calo è correlato alle restrizioni imposte dalla pandemia, alle difficoltà per l’ingresso in Italia di manodopera immigrata e dagli effetti dovuti alle calamità riscontratesi nel periodo (xylella, cimice asiatica, gelate), che hanno generato effetti negativi  sull’occupazione agricola. Per contro(probabilmente in relazione alla crisi di altri settori produttivi) l’analisi sindacale registra, nell’anno 2020, l’incremento della manodopera italiana, pari al 64,43% del totale dei 937.147 lavoratori a tempo determinato iscritti negli elenchi I.N.P.S..

I dati statistici rilevati , secondo i sindacati, hanno evidenziato come  i lavoratori a tempo determinato del settore agricolo, occupati con meno di 50 giornate annue, rappresentino il 33,04% di tuti i lavoratori avventizi; per tacere del consolidamento (negativo) del dato inerente i lavoratori che prestano la propria attività per un numero inferiore alle 10 giornate annue, pari – nel 2020 – al 14,03% del totale della forza lavoro del settore primario.

Secondo FLAI, FAI e UILA i numeri sopra accennati  consentono di evidenziare alcune criticità e denotare l’annidarsi, nel comparto, di forme di lavoro irregolare ed elusivo della legislazione sociale e del lavoro.

Per tale motivo, secondo i sindacati bracciantili, occorre potenziare gli organi ispettivi e la vigilanza, perseguendo altresì la piena attuazione della Legge n. 199/2016, con particolare attenzione alla Rete del lavoro Agricolo di qualità ed al contrasto dell’intermediazione illecita e dei contratti di appalto non genuini, potenziando anche la bilateralità.

A parere di chi scrive, sul punto, occorre evidenziare l’esperienza concreta di questi anni; la scarsa propensione delle aziende rispetto all’iscrizione alla rete del lavoro agricolo di qualità (sono poche migliaia in Italia le aziende inserite nella rete) induce a prospettare la  necessità di rivedere la normativa di riferimento, risalente al 2014, onde favorire, creando convenienze, lo sviluppo delle adesioni da parte delle aziende che ad oggi, stante il limite intrinseco dell’istituto,  le difficoltà e rigidità normative  di accesso e di uscita, ex art . 8 L. 199/2016, essendo irrisolto il nodo degli  illeciti amministrativi e sanzioni correlate – non appare né agevole né ottimale; per inciso anche il dettato dell’art. 603 bis c.p., come ridisegnato dalla legge n.199/2016, avrebbe necessità di una ricalibratura in particolare relativamente alle condizioni inerenti gli indici di sfruttamento, della cui criticità più volte si è discusso.

Secondo le parti sindacali il settore ha reagito positivamente all’emergenza pandemica, “le esportazioni agricole sono aumentate di quasi un punto percentuale, arrivando nel 2020 a quota 7 miliardi, mentre le importazioni., dal 2018 al 2020, sono diminuite di 2 punti percentuali”; l’agricoltura italiana – per FLAI, FIA e UILA – ha dimostrato un carattere resiliente legato alla “capacità delle imprese del settore di innovare, progettare nuove soluzioni, cambiare il concetto stesso di globalizzazione, accorciando le catene del valore e puntando sulle filiere”.

Per il sindacato dei lavoratori in futuro “la concorrenza dovrà basarsi su standard qualitativi più elevati, che a loro volta richiederanno maggiori competenze tecniche e professionali, nella consapevolezza che, da oltre un decennio, le imprese agricole italiane stanno manifestando una vitalità ed una capacità di diversificazione dei processi produttivi volti ad esaltare le tipicità del nostro Made in Italy”.

A livello politico di sistema, la piattaforma sindacale propone di rafforzare l’alleanza tra le imprese ed il Sindacato per “assicurare un mercato del lavora capace di dare nuove risposte alle sfide ed alle esigenze di un sistema agricolo in evoluzione”, anche allo scopo di incrementare la competitività aziendale.

Secondo il sindacato la prospettata alleanza dovrà “porre in essere tutte le iniziative utili ad assicurare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ed a contrastare ogni forma di concorrenza sleale tra le imprese”, per costruire un mercato del lavoro legale, tracciabile e trasparente, applicando appieno la contrattazione collettiva e le leggi sociali.

Venendo al merito delle singole proposte, nella Piattaforma si propone il rafforzamento dell’art. 2 del C.C.N.L. in relazione agli assetti contrattuali ed alla struttura della negoziazione, in specie dal secondo livello, al fine di contrastare i mancati rinnovi dei contratti provinciali ed allo scopo di tutelare il potere di acquisto da salari.

Venendo al sistema di relazioni sindacali, la Piattaforma chiede la rivisitazione ed il monitoraggio del Sistema della Bilateralità (art. 6), il potenziamento delle attività dell’EBAN (art. 7) in relazione al Welfare, la salute e la sicurezza dei lavoratori, la formazione, nonché il completamento del sistema degli Osservatori (art. 9).

La Piattaforma interviene altresì sulle forme contrattuali; in particolare, relativamente ai rapporti a tempo parziale (art. 17) si chiede di statuire in favore dei lavoratori a tempo indeterminato  il diritto alla trasformazione del rapporto di lavoro da full – time a part – time nei casi dove il/la lavoratore/lavoratrice è sottoposto/a a grandi interventi chirurgici o debba assistere familiari disabili o non autosufficienti, con facoltà di ripristino del rapporto di lavoro a tempo pieno.

In materia di apprendistato (art. 18), la parte sindacale propone di inserire nel programma formativo anche un modulo di 8 ore in tema di diritti e doveri del dipendente.

Si chiede, inoltre, di valutare l’esito dell’apprendistato con un incontro congiunto tra le parti sindacali e datoriali ed i soggetti interessati.

In tema di somministrazione, la piattaforma propone di definire oneri informativi in favore dell’Osservatorio (art. 19).

Proposte, poi, verifiche, modifiche e migliorie in caso di riassunzione (art. 10) ed in materia di convenzioni (art. 28), appalti (art. 30), classificazione del personale (art. 31).

Relativamente alla parte normativa, la Piattaforma chiede di disciplinare, ex novo, l’istituto delle ferie solidali; proposta, inoltre, la estensione del permesso straordinario retribuito, per il matrimonio, anche al personale a tempo determinato con un rapporto superiore a sei mesi (art. 38).

Chiesta, infine, la ridefinizione dei permessi e congedi parentali, ampliando le casistiche odierne.

Significativa, poi, la parte economica della piattaforma; FLAI – C.G.I.L., FAI – CISL e UILA – UIL chiedono, per il periodo di vigenza quadriennale 2022 – 2025, un aumento salariale (art. 49) pari al 5,5%, da calcolare sui salari contrattuali provinciali per il periodo 2022 – 2023; l’aumento si dovrebbe applicare all’incremento complessivo determinato da ciascun contratto provinciale.

Nella piattaforma si chiede, poi, di aggiornare i minimi nazionali di Area.

Chiesta anche la introduzione di un’indennità di trasferta (art. 55), delegando all’uopo i singoli contratti provinciali.

In materia di previdenza ed assistenza, la piattaforma propone di sviluppare il fondo nazionale di previdenza complementare – Agrifondo (art. 59), di migliorare la normativa in materia di malattia ed infortunio (art. 60 e 61), di definire migliorie al Welfare nazionale (art. 66).

Chiesta ancora la modifica dell’articolo nazionale in materia di lavori pesanti e nocivi, integrando il testo con l’inserimento di lavori disagiati (art. 67); proposto l’ampliamento del diritto di riassunzione per il personale vittima di violenza di genere (art. 69).

Richieste, infine, modifiche in materia di diritti sindacali (artt. 80 e 84) e relativamente ad alcuni allegati al C.C.N.L.

(M. Mazzanti)