Il Consiglio dei Ministri, nella (contestata) seduta tenutasi il 1° maggio, ha approvato il decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48 contenente “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”, il decreto pubblicato (in GU n.103 del 4-5-2023) è entrato in vigore il 5-5-2023; nella stessa seduta il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge relativo ad ulteriori misure in materia di lavoro.
Vediamo in sintesi quanto disposto.
Cuneo fiscale
Il governo prevede, per il solo anno 2023, la riduzione di 4 punti percentuali dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori; tale misura è aggiuntiva rispetto a quella già emanata dal precedente esecutivo Draghi, in concreto nel corrente anno di imposta la diminuzione della pressione “fiscale” sarà limitatamente al periodo 1° luglio – 31 dicembre 2023, pari al:
– 6% se la retribuzione imponibile mensile non eccede l’importo di 2.692 euro (35.000 reddito annuo);
– 7% se la retribuzione imponibile mensile non eccede l’importo di € 1.923 euro (25.000 reddito annuo).
Con tale riduzione si determinerà un beneficio netto stipendiale a favore del lavoratore dipendente ancorché per il datore di lavoro nulla cambi rispetto al costo complessivo del lavoro.
Welfare aziendale
Importante intervento previsto in materia; l’art. 40 del decreto legge prevede infatti, limitatamente al periodo d’imposta 2023 – derogandosi al disposto dell’articolo 51 del TUIR (D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917) – che non concorre a formare il reddito del dipendente, entro il limite complessivo di euro 3.000, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti dall’azienda, purché il dipendente abbia figli fiscalmente a carico, non concorrono al reddito neppure le somme erogate o rimborsate ai lavoratori dipendenti dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.
La norma prevede, a carico dei datori, oneri informativi alle rappresentanze sindacali unitarie quando presenti, parimenti il dipendente, per fruire dei benefici fiscali dedotti, ha l’onere di dichiarare al datore di lavoro di avervi diritto indicando il codice fiscale dei figli.
Semplificazione comunicazione di assunzione
Il decreto interviene, alleggerendo le procedure per l’assunzione, in ordine agli obblighi di informativa al lavoratore come derivanti da regole comunitarie recepite, dal Governo Draghi, nella precedente legislatura; tali oneri oggi potranno essere assolti attraverso un mero rinvio alla contrattazione collettiva vigente in azienda. Con la semplificazione introdotta si annulla il pregresso gravoso adempimento, soprattutto per il lavoro agricolo connotato, come noto, strutturalmente da stagionalità e limitatezza temporale.
Incentivi per l’assunzione di giovani
Il Governo introduce una nuova misura incentivante (60% della retribuzione mensile per un periodo di 12 mesi) in caso di costituzione di rapporti di lavoro (a tempo indeterminato) con soggetti aventi una età non superiore ad anni 30, anche in questa ipotesi per il solo periodo nel periodo 1° giugno-31 dicembre 2023.
Sicurezza sul lavoro
Il decreto interviene, modificando il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, definendo la obbligatorietà di un percorso di formazione e addestramento per il datore di lavoro che utilizzi attrezzature (aventi rischi specifici) le cui caratteristiche richiedano conoscenze o responsabilità particolari, ciò allo scopo di garantirne l’uso con modalità idonee e sicure.
Sanzioni per omesso versamento delle ritenute
Modificata (art. 23) la norma sanzionatoria, in precedenza vigente, per il caso di omesso versamento delle quote di contributi previdenziali a carico del lavoratore; la oggettivamente abnorme sanzione in passato prevista (da 10.000 a 50.000 euro) prescindendo dall’entità dell’omissione è stata correlata alla omissione rilevata in concreto in specie oggi la sanzione è prevista in un importo calcolato “da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso”.
Contratto a termine
Buone notizie per i rapporti di lavoro per quadri e gli impiegati dell’agricoltura; l’art. 24 del decreto legge modifica le regole del “decreto dignità” di grillina memoria; modificando il quadro pregresso l’articolo in commento facilità l’assunzione a tempo determinato fino a 24 mesi, prevedendosi causali come sancite dalla contrattazione collettiva; transitoriamente, nel primo anno di applicazione della nuova regola, ovvero in attesa che la contrattazione collettiva al riguardo disponga, le causali legate ad esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva potranno essere indicate in contratto dalle parti.
Assegno di inclusione
Abolito il reddito di cittadinanza, con il decreto-legge del 1 maggio il governo, prevede una nuova misura chiamata “Assegno di inclusione”; dal 1 gennaio 2024 ai nuclei familiari bisognosi (con disabili, minori, o soggetti over 60) potrà essere erogato un importo fino a 6mila euro l’anno (500 al mese), oltre ad un contributo per pagare l’affitto, solo in caso di locazioni regolari, pari ad 3.360 annui (280 al mese).
L’assegno potrà essere corrisposto per 18 mesi (prorogabili per ulteriori 12 mesi).
L’assegno assistenziale si potrà percepire secondo una specifica griglia di requisiti (residenza in Italia da almeno cinque anni, Isee di 9.360 euro, reddito familiare inferiore a 6mila euro); qualora in famiglia esistano persone avviabili al lavoro (tra i 18 ed i 59 anni) il decreto prevede misure per favorire l’accesso al lavoro (patto di servizio). Se il richiedente l’assegno dichiara il falso o produce documentazioni false è prevista la sanzione penale della reclusione da 2 a 6 anni.
Disegno di legge in materia di lavoro
Nella seduta del 1 maggio il Consiglio dei Ministri ha, come detto innanzi, approvato un disegno di legge in materia di lavoro; la proposta di legge prevede misure per sviluppare l’attività di accertamento ispettivo in materia contributiva INPS, parallelamente introducendo riduzioni delle sanzioni civili (INPS) e nuove norme per la regolazione dilazionata dei debiti contributivi che si potranno pagare con rate mensili (fino a 60); norme specifiche per la lotta al caporalato nel settore agricolo.