INPS: Osservatorio Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza – dati di settembre 2023.

Come si ricorderà la legge di bilancio 2023 (n. 197 del 29.12.2022) ha radicalmente modificato il reddito di cittadinanza stabilendo per il 2023 un sostegno limitato a sette mesi. La norma richiamata ha di fatto abolito il RdC e previsto per il futuro nuovi strumenti e sostegni ai bisognosi quali nuovi supporti per la formazione e il lavoro e l’assegno di inclusione. Permane l’assegno RdC sino a 18 mesi, solo per i nuclei familiari con minori, con persone disabili (come definite dal DPCM del 5 dicembre 2013, n. 159), con persone di età pari o superiore ai 60 anni (rimane quindi la pensione di cittadinanza).

Norme più severe per la fruizione dell’assegno: il sostegno economico cessa se il percettore non accetta la prima offerta di lavoro.

 

Dal 2024 è abolito per tutti i beneficiari il   reddito di cittadinanza.  Per i soggetti deboli che non possano lavorare dal 1  gennaio 2024 entra in vigore l’ “Assegno di inclusione” che sarà erogabile unicamente ai nuclei familiari nei quali siano  presenti minori, disabili, over 60; come detto sono previsti obblighi formativi per i soggetti componenti il nucleo familiare e che siano “occupabili”.  In questo quadro un certo interesse ha il recente studio statistico pubblicato dall’INPS dal quale emerge una forte contrazione dell’accesso alle provvidenze innanzi citate.

 

L’INPS ha pubblicato nel mese di ottobre il report dell’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza con i dati al settembre 2023 e relativi ai nuclei percettori di queste provvidenze.  I dati relativi ai primi nove mesi del 2023 attestano come siano 1.205.421 i nuclei percettori di almeno una mensilità di reddito di cittadinanza  (2.692.407 soggetti interessati); l’importo medio mensile della misura di sostegno è, a livello nazionale, pari ad € 598,95. Più contenuto l’accesso alla pensione di cittadinanza; sono 145.662 i nuclei interessati, con 164.972 componenti, l’importo medio è di € 306,11.

Dallo studio si evidenzia come dal gennaio al settembre 2023 il beneficio economico sia stato revocato a 47.225 nuclei, da notare come ben 217.040 nuclei siano nel periodo decaduti dal diritto. Anche per il 2023 il sud e le isole fanno la parte del leone (70%).

(M. Mazzanti)