«Rivendicare la centralità di chi produce cibo, liberando menti e energie a lungo soffocate da scartoffie e lungaggini operative. L’agricoltore deve recuperare il suo ruolo nei campi e fuori, all’interno della società, come forza interlocutrice capace di trasmettere i valori della terra e favorire l’avvicinamento della campagna alla citta». Così Guglielmo Garagnani, neo presidente di Confagricoltura Bologna, imprime l’acceleratore sulla necessità di traghettare il sindacato agricolo verso il cambiamento «richiamando gli agricoltori al valore della rappresentanza».
Bolognese, 45enne, imprenditore agricolo e produttore di latte per il Parmigiano Reggiano oltre che socio di un caseificio a pochi chilometri dal capoluogo emiliano, comune di Valsamoggia, Garagnani è stato eletto, oggi, alla guida di Confagricoltura Bologna dall’assemblea generale dei soci. Succede a Gianni Tosi dopo sei anni di mandato. Sarà affiancato dai vice-presidenti Marco Caliceti e Davide Venturi. «Sono orgoglioso – ha detto fresco di nomina – di rappresentare oltre duemila aziende che concorrono a creare un’agricoltura competitiva, all’avanguardia, tessuto dell’economia cittadina, che genera nuova occupazione».
«C’è bisogno di centralità dell’agricoltura e non di un’agricoltura schiacciata da un sistema soffocante; cominceremo – ha dichiarato il neo presidente – a rafforzare i legami con i cittadini e il mondo metropolitano, rendendo chiaro il ruolo determinante della campagna per una corretta crescita economica di Bologna, a cominciare dalla crescente presenza di un turismo straniero sempre più alla ricerca delle radici della città. Partendo dalla formazione e divulgazione all’interno degli istituti professionali, convinti che il ricambio generazionale sia decisivo per incentivare una reale modernizzazione agricola. Certo, tante battaglie ci attendono a tutela della nostra attività quotidiana ma ora – sottolinea infine Garagnani – desidero parlare solo alla pancia degli imprenditori agricoli affinché ci sia una maggiore coesione e aggregazione nei comparti, e anche tra le varie rappresentanze, conditio sine qua non per ottenere una giusta valorizzazione del prodotto sui mercati e quindi una soddisfacente remunerazione dell’imprenditore».