CCIAA BOLOGNA AVVISA: attenzione alla truffa delle telefonate e richieste di pagamento ingannevoli.

Le imprese stanno ricevendo comunicazione con frasi e diciture che possono far credere di essere riconducibili alla Camera di Commercio, che ne è invece del tutto estranea.

Occorre prestare molta attenzione.

Bollettini, estremi di conto corrente per effettuare bonifici, diciture che assomigliano a quelle dei servizi della Camera di commercio, ma in realtà nulla hanno a che fare con gli adempimenti obbligatori per le imprese. L’attenzione non deve mai venir meno.

Annualmente si deve versare alla Camera di commercio il diritto annuale, il cui importo è stabilito dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero delle Finanze, e deve essere versato esclusivamente con il modello F24, quello che si usa per il versamento delle imposte sui redditi.

Sicuramente quindi  le richieste di pagamento ricevute per posta o per mail che hanno allegati bollettini postali o indicano le istruzioni per effettuare un bonifico non vengono dalla Camera di Commercio.

Parimenti nessun funzionario della Camera di commercio telefona alle imprese per ottenere dati riservati relativi a estremi bancari, fatturato, nomi di clienti/fornitori o altri dati sensibili.

Attenzione quindi a non fornire informazioni.

Per aiutare le imprese a difendersi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha realizzato un nuovo Vademecum anti-inganni contro le indebite richieste di pagamento.

Nel Vademecum, messo a disposizione sul sito web dell’Autorità Garante è indicato cosa deve insospettire e a cosa prestare massima attenzione.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha messo a disposizione il numero verde 800 166 661 e anche direttamente dal sito  www.agcm.it possono essere fatte on line segnalazioni su presunti casi di pratiche commerciali scorrette, pubblicità ingannevole e occulta.

L’Autorità ha recentemente sanzionato due imprese per pratiche commerciali scorrette (vedi Bollettino dell’Agcom n. 3/2017 ).

Le due aziende iscrivevano, unilateralmente, i dati aziendali di imprese italiane in database online, con lo scopo di promuovere abbonamenti a pagamento a servizi di promozione delle principali informazioni aziendali via Internet.

Le imprese ricevevano la comunicazione commerciale poco dopo l’iscrizione nel Registro delle Imprese, nel momento in cui, quindi, ritenevano di dover assolvere ad obblighi anche di natura pecuniaria in favore della Camera di Commercio.

Inoltre, sul retro del bollettino inviato per il pagamento, era prevista la sottoscrizione di un contratto di “abbonamento” a un servizio di informazioni aziendali e ciò all’evidente fine di ostacolare l’esercizio del diritto di recesso.

(E. Cricca)