Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato due decreti aventi ad oggetto la prevenzione ed il contrasto del lavoro sommerso.
Si tratta del Decreto Ministeriale n. 58 del 6 aprile 2023 – Aggiornamento del Piano Nazionale Emersione Lavoro Sommerso 2022/2023 e del Decreto Ministeriale n. 57 del 6 aprile 2023 relativo alla Costituzione del Comitato Nazionale per la prevenzione ed il contrasto del lavoro sommerso.
Al centro dell’attenzione, tanto per cambiare, il settore agricolo per il quale appare sempre più rilevante un pregiudizio sistemico, francamente ingiusto.
Di rilievo, in particolare, l’aggiornamento del piano nazionale citato e la spinta ulteriore alle attività di controllo (si ricorda che l’aumento delle attività ispettive è un elemento previsto nel PNRR), aggiornamento che è dedicato all’agricoltura; al precedente piano è – infatti – aggiunto un nuovo paragrafo, precisamente il punto “F” recante “azioni volte a favorire l’impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura attraverso il contrasto agli insediamenti abusivi e la promozione di azioni di politica attiva”.
Questa azione governativa, sostanzialmente rivolta alle burocrazie interne ministeriali e territoriali, si sviluppa in parallelo al “Piano triennale di contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo in agricoltura” (Decreto interministeriale 17 giugno 2022).
Obiettivi prioritari sono la prevenzione, la vigilanza, il contrasto al fenomeno, la protezione e l’assistenza per le vittime dello sfruttamento e la loro integrazione socio – lavorativa. Particolare attenzione è data al problema del caporalato in agricoltura.
Il nuovo piano prevede poi (punto F.2) la individuazione di standard abitativi onde favorire il superamento degli insediamenti, abusivi e spontanei, attraverso la individuazione di soluzioni alloggiative conformi agli standard minimi, previsti dalle norme, garantendo condizioni di vita dignitose per i lavoratori agricoli.
All’uopo, il piano prevede la definizione di linee guida “… quale strumento per l’implementazione su tutto il territorio nazionale degli standard abitativi …” e soluzioni alloggiative dignitose “… con il concorso di tutte le amministrazioni …” rivolto in particolare alle realtà “ territoriali locali su cui insistono fenomeni di insediamenti abusivi”, il tutto da raggiungere entro il primo trimestre 2024 (con calma non c’è fretta, l’importante è attuare il PNRR!).
Previste ancora (punto F.3) azioni di promozione di percorsi di impiego regolare di lavoratori stranieri in agricoltura, da realizzarsi anche mediante specifiche azioni di politica attiva.
In tale prospettiva, la previsione di interventi di politica attiva è strumentale alla razionalizzazione ed al miglioramento dell’intermediazione della domanda ed offerta di lavoro nel settore agricolo; da realizzare inoltre attività, di carattere informativo e formativo, tese al rafforzamento delle competenze dei responsabili e degli operatori dei Centri per l’Impiego nonché degli operatori di altri servizi pubblici e privati competenti negli ambiti della prevenzione, vigilanza e contrasto del lavoro irregolare, con specifico riguardo al settore agricolo.
Il piano prevede anche l’organizzazione (sempre nell’intorno del 2024) di corsi di formazione per i lavoratori agricoli.
La misura F.4 prevede invece il “Sostegno all’implementazione delle azioni prioritarie previste dal piano nazionale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato”.
Il Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso si propone (apparentemente sovrapponendosi) di intervenire sulle problematiche già affrontate dal Piano di contrasto al caporalato, prevedendo linee di intervento che si pongano in continuità con le azioni già contemplate dal Piano di contrasto al caporalato e le azioni previste dal Piano nazionale di contrasto al lavoro sommerso.
Tali linee di intervento si sostanziano in particolare attraverso la linea di azione relativa a specifiche campagne informative sul contrasto al lavoro sommerso, al caporalato.
Con il decreto n. 57 del 06/04/2023 è, infine, istituito, presso il Ministero del Lavoro, il Comitato Nazionale per la prevenzione ed il contrasto del lavoro sommerso.
Il predetto Comitato, presieduto dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, è costituto, in un tripudio di acronimi, da rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dell’interno, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell’INL, dell’INPS, dell’INAIL, dell’ANPAL, della banca di Italia, dell’Istat, dell’Agenzia delle Entrate, della Guardia di Finanza, dell’Arma dei Carabinieri e delle Conferenze delle Regioni, con il supporto tecnico dell’INAPP. Del Comitato fanno altresì parte tre esperti, in possesso di particolare competenza ed esperienza, individuati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e cinque rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro e cinque rappresentanti designati dalle organizzazioni dei lavorati più rappresentative a livello nazionale.
Tra i compiti più rilevanti del Comitato si segnala (art. 2) quello relativo al coordinamento di tutte le azioni degli organi competenti, in specie in raccordo con il Tavolo nazionale sul caporalato in agricoltura, il monitoraggio del fenomeno, nonché il compito di pianificazione degli interventi per la lotta al lavoro sommerso per il triennio 2025/2028 (sempre con calma!!), la raccolta dei provvedimenti ispettivi e la valutazione del lavoro sommerso.
Si segnala, sempre in materia di lavoro, come il Senato abbia recentemente istituito (con Delibera 22 marzo 2023, in G. U. n. 74 del 28 marzo 2023) una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
I lavori della commissione dovranno accertare l’entità dello sfruttamento del lavoro, gli strumenti di prevenzione e repressione, la dimensione e le caratteristiche del fenomeno infortunistico (cause ed entità anche nell’ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro, numero di incidenti mortali, di malattie e di invalidità, distribuzione di genere e territoriale, gli interventi di assistenza per le famiglie delle vittime, individuando le aree ed i settori lavorativi in cui il fenomeno infortunistico è più rilevante, controlli, nuove tecnologie, digitalizzazione, il costo del fenomeno infortunistico anche nell’ambito del SSN, ipotesi di nuove forme di intervento legislativo, formazione).
La commissione inoltre dovrà verificare il fenomeno relativo alla presenza dei minori (anche stranieri), l’incidenza della presenza di imprese controllate dalla criminalità organizzata, il rispetto delle leggi in tema di appalti e subappalti con particolare attenzione i consorzi e le cooperative di comodo in edilizia e nella logistica, ed infine valutare utilizzo prevenzionale delle nuove tecnologie e della digitalizzazione.
(M. Mazzanti)