Innovazione e digitalizzazione a sostegno della circolarità delle filiere agroalimentari, fiscalità a supporto, meccanizzazione delle colture, politiche europee e normative. Questi e molti altri i temi al centro del programma di Confagricoltura all’EIMA, Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura che si è tenuta a Bologna dal 6 al 10 novembre. La Confederazione, con uno spazio espositivo e ricettivo ad hoc, ha proposto soluzioni pratiche per affiancare le imprese agricole nel processo di innovazione, finalizzato a costruire un’agricoltura sempre più produttiva, competitiva e green. La delegazione di Confagricoltura Piacenza, con Susanna Franzini responsabile dei Servizi Tecnici, il collega Marco Piacentini ed Elena Gherardi Responsabile della Comunicazione, ha preso parte agli eventi di Eima l’8 novembre partecipando, in particolare, al workshop di Edagricole “Fotovoltaico alla prova del campo” che ha visto Roberta Bettuzzi, responsabile dell’Ufficio investimenti di Confagricoltura Piacenza, intervenire come relatrice insieme ai massimi esperti del settore.
Bettuzzi ha illustrato il caso pratico dell’impianto agrivoltaico sull’azienda Zangrandi di Monticelli d’Ongina (Pc), attivo dal 2012: il primo in Italia e uno dei primi al mondo. “L’imprenditore agricolo – ha spiegato Bettuzzi – percepisce la Pac sul terreno sottostante. Per ottenere ciò è stato necessario un accatastamento separato delle strutture sovrastanti i terreni come manufatto e del terreno coltivabile rimasto sulla superficie sottostante, parallelamente è stata prodotta a suo tempo una perizia asseverata che documenta la continuità e la produttività agricola del terreno interessato”. Stefano Amaucci – professore ordinario dell’Università Cattolica di Piacenza – ha illustrato gli aspetti di ottimizzazione tecnica e agronomica di un impianto agrivoltaico. “È meglio parlare di sistema agrivoltaico – ha sottolineato Amaducci – perché consideriamo l’insieme sia delle strutture tecnologiche che delle coltivazioni sottostanti”. Andrea Cristini – presidente di Anie Rinnovabili di Confindustria – ha parlato delle tecnologie adottate nell’applicazione dell’agrivoltaico e di quelle che in futuro potranno essere implementate. Alberto Assirelli, dirigente di ricerca CREA Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, ha focalizzato l’attenzione sui macchinari agricoli e sulla loro compatibilità con le strutture degli impianti agrivoltaici.
Roberta Bettuzzi ha in particolare approfondito gli aspetti normativi, amministrati e le forme di incentivo previste per la realizzazione dei sistemi agrivoltaici analizzando il DM Agrivoltaico che ha promosso la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale con l’obiettivo di realizzare almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti mettendo a disposizione dal PNRR 1,1 miliardi di euro. “Questo primo bando, chiuso il 2 settembre, ha previsto che le imprese agricole che installano un impianto agrivoltaico potessero recuperare fino al 40% delle spese sotto forma di contributo a fondo perduto e usufruire di una tariffa incentivante per 20 anni a valere sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete. Mentre la capacità delle risorse a bando per i grandi impianti è stata esaurita – ha concluso Bettuzzi – restano a disposizione risorse per i piccoli impianti, ma ad oggi non sappiamo se e come uscirà un eventuale ulteriore bando, nel caso, si auspica che le criticità attenzionate da Confagricoltura nel primo bando vengano riviste per garantire l’accesso a tutti i potenziali beneficiari”.