Vendemmia: produzione in leggero calo e annata complessa, ma buona

La vendemmia è uno dei momenti più attesi in ambito viticolo e Confagricoltura Piacenza ha fatto il punto interpellando i diversi produttori della propria sezione di prodotto. “Nella scorsa primavera ci si preparava a dare il via a un raccolto che prometteva ottimi risultati sotto tutti i punti di vista – dicono i vitivinicoltori in queste ore impegnati nella raccolta – prevedendo una vendemmia relativamente abbondante differentemente dal trend degli ultimi anni in cui la produzione è stata mediamente scarsa, legata a diversi fattori di natura climatica e ambientale. Tuttavia la prolungata fase siccitosa estiva ha portato le viti ad andare in sofferenza idrica limitando lo sviluppo degli acini che si presentano parzialmente disidratati, con i vigneti che sono stati messi a dura prova da nottate con afa e temperature minime sempre molto alte che non hanno permesso ai grappoli di prendere un po’ di “respiro” con il tradizionale sbalzo termico”.

Ad aumentare le preoccupazioni erano le previsioni meteorologiche con il rischio di eventi calamitosi sul nostro territorio e inevitabili conseguenze sulla produzione. Ad oggi, invece, i danni da grandine sono sostanzialmente limitati ad alcune aree ben localizzate e procurati per lo più dalle grandinate di luglio. “Negli ultimi giorni di agosto le piogge cadute sono state di media intensità, progressive e abbondanti – riferisce Davide Valla dell’omonima azienda vitivinicola – e hanno permesso ai grappoli di reidratarsi senza correre il rischio della “diluizione” degli elementi di qualità presenti nel grappolo. Un ottimo sprint finale, tutto sommato siamo soddisfatti”.  “Le temperature vicine ai 40° gradi che ci sono state per 10 giorni di fila sono ormai lontane – commenta Stefano Pizzamiglio de La Tosa -.  Lo sbalzo termico tra il giorno e la notte è una situazione perfetta per innalzare il livello qualitativo delle uve. In provincia abbiamo situazioni a macchia di leopardo dove le alte temperature si sono innestate su una situazione di siccità e lì qualche danno è stato fatto, ma si recupera con l’attenzione e l’esperienza durante la raccolta. Diciamo che in alcuni casi limitati bisogna fare una cernita molto rigorosa dei grappoli per preservare l’alta qualità del vino. Lo faremo, senza problemi, fa parte del mestiere”. “Dopo un lungo periodo di siccità e di timori, ci troviamo con un risultato che potrebbe sorprenderci tutti positivamente e si può parlare di una vendemmia che si preannuncia molto buona” – conviene all’unanimità la sezione di prodotto che non manca però di evidenziare alcune criticità di medio e lungo periodo, quali gli attacchi mediatici contro il consumo di vino e la sempre più complessa gestione delle fitopatie, anche se nel nostro territorio la sanità delle uve si presenta buona, in quanto gli attacchi di oidio sono contenuti e comunque sotto controllo, la peronospora sostanzialmente assente e la flavescenza dorata limitata.  In merito, Confagricoltura chiede la predisposizione di un “Piano straordinario di azione per la lotta alla diffusione delle fitopatie” che analizzi, sviluppi e sostenga specifiche misure che portino a potenziare e rendere più efficace la strategia nazionale di monitoraggio e contrasto delle malattie.  

“Dopo anni di vendemmie anticipate – tira le somme Chiara Azzali dell’azienda vitivinicola Tenuta Pernice e presidente della sezione – il 2023 ristabilisce l’equilibrio dei tempi di raccolta, in alcuni casi anche in ritardo; lascia il segno sulla quantità, anche se nel nostro territorio in modo meno marcato, con una flessione della produzione del 15-20%, mentre in quasi tutta Italia il dato è in diminuzione dal 20 al 50%.  La vendemmia si sta caratterizzando come molto impegnativa, ma il livello della qualità rimarrà medio-alto”.