Simonetta di Pippo a Cena Con La Scienza nello spazio

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Lo spazio è molto più legato alle nostre azioni quotidiane di quanto non si pensi. Lo ha spiegato affascinando i presenti Simonetta di Pippo astrofisica italiana Direttrice dello Space Economy Evolution Lab della SDA Bocconi venerdì 1° settembre all’agriturismo La Tosa (Vigolzone) dove si è tenuto il penultimo appuntamento, per quest’anno, di A Cena Con La Scienza, il ciclo di incontri di divulgazione scientifica che Confagricoltura Piacenza e Agriturist organizzano da quattordici anni sotto la sapiente regia del coordinatore, Michele Lodigiani.

Simonetta Di Pippo, in passato e tutt’ora, ricopre incarichi di altissimo livello presso enti di settore nazionali ed internazionali: l’ONU, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Agenzia Spaziale Europea, il World Economic Forum. Con la semplicità tipica delle menti più brillanti ha ripercorso le tappe fondamentali dello sviluppo della space economy di cui è stata testimone e protagonista portando i presenti anche a riflettere sulle prospettive del futuro prossimo e remoto.

Da qualche decennio lo spazio non è più riservato agli stati sovrani, ma si è aperto agli investimenti dei privati ed è oggetto di iniziative imprenditoriali prima impensabili: già oggi i circa 10.000 satelliti che ci orbitano intorno assicurano una serie di servizi essenziali nel campo delle telecomunicazioni, della meteorologia, del monitoraggio ambientale, dell’agricoltura, della protezione civile; nel prossimo futuro non è improbabile che dallo spazio deriveremo materie prime indispensabili alle nuove tecnologie; in un futuro più lontano costruiremo là colonie stabili.

“La prima obiezione che mi viene mossa – ha spiegato Di Pippo – è perché spendere tanti soldi per la ricerca e le missioni spaziali invece di destinare i fondi alle emergenze da affrontare sulla terra, come la costruzione degli ospedali. Rispondo con alcuni esempi: i sistemi di satelliti e le immagini satellitari sono utilissimi in emergenza, ad esempio quando si verifica un disastro naturale per individuare dove potrebbe trovarsi la gente da soccorrere. In questo frangente, inoltre, le comunicazioni terrestri scompaiono a meno che non ci sia una costellazione di satelliti che permette la comunicazione. Salvare la gente se non si riesce a comunicare diventa impossibile. Oggi abbiamo 4 costellazioni di satelliti che utilizzate insieme permettono di individuare con estrema precisione un segnale. Sotto a una slavina una persona resiste mediamente 18 minuti, è evidente come la precisione e il fattore tempo, gestibili con i satelliti, fanno la differenza. Un altro esempio – ha proseguito la studiosa – gli obiettivi dell’agenda europea 2030 non sarebbero raggiungibili se non si potesse contare sul supporto informativo e tecnologico della space economy che è in tutto e per tutto una parte fondamentale dell’economia, uno strumento per la gestione del pianeta e della nostra vita quotidiana”.

Di fronte alle sollecitazioni di una vita nello spazio l’esperta ha tratteggiato alcuni progetti in essere, come la città marziana di Elon Musk, che potrebbero far considerare la prospettiva, salvo poi riportare l’orizzonte ai giorni nostri.  “Dobbiamo capire come l’economia spaziale ci può aiutare a migliorare la nostra qualità di vita. C’è un asteroide tra Marte e Giove, 16Psiche, il cui valore è stimato 70.000 volte quello dell’economia globale, per la presenza di materiali a noi utilissimi e tra qualche giorno partirà la missione della Nasa per la sua caratterizzazione. La nostra interazione con lo spazio si fa sempre più stretta. Il settore spazio è quello che ha il più alto tasso di assorbimento di laureati, ma la nostra frequentazione dello spazio apre un mondo parallelo in cui dobbiamo sviluppare competenze. Fare il medico e l’architetto per progetti spaziali dovrà prevedere paradigmi e conoscenze diverse da quelli pervisti per la medesima professione in ambito terrestre. Persino il tema della spartizione delle risorse è una problematica tutta da normare. Ad ogni modo – ha concluso – per capire dove va la Terra, cosa le sta succedendo, serve guardarla dallo spazio.  Ho guardato il problema da tutti i punti di vista e dopo 38 anni ho ancora l’identica passione degli inizi perché lo spazio non è un mestiere, ma un modo di vivere. Fare quello che si vuole è un privilegio che auguro ai giovani della Generazione Artemis (l’equipaggio che porterà l’uomo e la donna di nuovo sulla Luna dopo 50 anni) così che possano aiutare tutti ad andare verso un mondo migliore”.

A Cena Con La Scienza chiuderà gli appuntamenti di questa edizione a La Finestra Sul Po di San Nazzaro il 22 settembre dove interverrà Sanzio Bassini – direttore del Dipartimento Supercalcolo Applicazioni e Innovazione del Consorzio Interuniversitario CINECA che parlerà degli impieghi e delle potenzialità dei supercalcolatori.