Siglato l’accordo quadro del pomodoro da industria

Chiuso oggi, 28 gennaio, l’accordo quadro del pomodoro da industria per il distretto del Nord Italia. Una trattativa particolarmente sentita a Piacenza che con i suoi 10.000 ettari è la seconda provincia Italiana (dopo Foggia) per superfici dedicate alla coltura. Quella del pomodoro da industria è una delle filiere cardine dell’agroalimentare Italiano e vede la nostra nazione prima produttrice in Europa con 5 milioni di tonnellate, la metà prodotte nel distretto del Nord Italia.

Il prezzo di riferimento per la campagna 2025 sarà 142.5 euro/tonnellata più una scaletta qualità migliorata, che potrebbe valere fino ad un massimo di 2.5 euro tonnellata.

“Al di là delle quotazioni che sono quelle riconosciute del mercato – commenta il presidente di Confagricoltura Piacenza, Umberto Gorra – abbiamo finalmente un accordo sottoscritto in tempo utile per procedere con una programmazione ragionata. Le Op si sono mosse unite, con coerenza e questo ha premiato. Nel complesso, l’intera filiera ha mostrato così di avere a cuore il proprio prodotto. La stagione si sa – conclude Gorra – sarà decisa in campo e dipenderà da mille fattori, ma intanto, almeno i presupposti ci sono e sono costruiti su una ragionevolezza dimostrata da tutte le parti coinvolte nella trattativa per il bene del settore”.

“L’accordo è molto positivo – commenta il presidente della Sezione di prodotto Pomodoro da Industria provinciale e regionale di  Confagricoltura, Giovanni Lambertini –  soprattutto per  i tempi stretti  con cui è stato concluso, con un prezzo di riferimento, almeno ai nastri di partenza, “onorevole”  e non secondariamente per la positiva inversione di tendenza degli adeguamenti della scaletta qualità: finalmente si torna a parlare di migliorie, contrariamente a quanto accaduto negli ultimi anni. Ora – conclude – la raccomandazione è che, avendo la possibilità di operare possedendo queste importanti informazioni, si proceda a una corretta programmazione nella tempistica, negli investimenti e soprattutto nelle superfici così da evitare criticità e una campagna eccessivamente lunga che rischierebbe di portaci, come avvenuto nella passata stagione, a dover lasciare alla fine anche prodotto in campo”.