È in arrivo l’Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale della regione Emilia-Romagna riguardo la situazione della Peste Suina Africana che di fatto dovrebbe sospendere tutti i verbali rilasciati dai Servizi Veterinari nelle ultime settimane in cui veniva richiesto l’adeguamento degli allevamenti entro 45 giorni alle norme sulla biosicurezza rafforzata, pena la macellazione dei capi presenti.
L’obbligo di adozione delle misure di biosicurezza rafforzate, così come indicate dall’Allegato II al Regolamento di Esecuzione (UE) 2021/605, imposto dalla Determina dirigenziale n. 1190/2022, è sospeso fino alla pubblicazione del Decreto del Ministro della Salute in cui verranno stabiliti i parametri tecnici per gli allevamenti di suini di cui all’art. 1, punto 7 del Decreto Legge 17 febbraio 2022 n. 9.
“Il risultato conseguito è frutto di numerosi interventi di Confagricoltura presso gli Assessorati Sanità Pubblica ed Agricoltura in cui sono state presentate insistentemente le ragioni degli allevatori” – spiega Giovanna Parmigiani, componente di Giunta nazionale di Confagricoltura e presidente della sezione di prodotto carni bovine e suine di Confagricoltura Piacenza. “A far discutere era stata soprattutto la richiesta di recintare gli allevamenti, al lato pratico, declinata con difformità enormi da provincia a provincia e in alcuni casi, come nel nostro territorio, con prescrizioni che in un primo momento sembravano imporre costose e inutili recinzioni anche in corrispondenza dei muri perimetrali degli allevamenti. Confagricoltura aveva presentato una richiesta di chiarimenti Ministero della Salute e la circolare che ne era scaturita riconosceva la possibilità di considerare i muri perimetrali delle strutture di allevamento come parte integrante della recinzione perimetrale degli stabilimenti, ma non aveva fugato tutti i dubbi, lasciando le aziende del territorio con la spada di Damocle delle prescrizioni da ottemperare entro 45 giorni pena l’abbattimento dei capi. Tempi non rispettabili – precisa Parmigiani – anche solo per la difficoltà dei fornitori a consegnare le attrezzature necessarie per i lavori, oltretutto relativamente a richieste d’intervento economicamente insostenibili e inefficaci dal punto di vista della biosicurezza. Come Confagricoltura plaudiamo alla Regione che ha recepito le nostre istanze – conclude Parmigiani – dobbiamo proseguire insieme un’azione che sia di contrasto efficace alla potenziale diffusione della peste Suina nei cinghiali, non possiamo permettere che questa malattia (ricordiamo non pericolosa per l’uomo) metta sotto scacco tutti i nostri allevamenti e conseguentemente tutta la filiera suinicola e dei nostri salumi”. “Chiediamo prescrizioni semplici ed efficaci – le fa eco Filippi Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – torniamo a ribadire che serve un piano di depopolamento dei cinghiali che ne preveda l’eradicazione nelle aree di pianura. Qualcosa è stato fatto, ma serve un cambio di passo. Abbiamo portato ad esempio la Road map della Repubblica Ceca perché in quel territorio la Psa è stata eradicata, attraverso abbattimenti sistematici, coinvolgendo i cacciatori e applicando in tempi brevi delle misure chiare, la cui attuazione è stata incentivata anche da compensi economici. Come Confagricoltura Piacenza chiediamo che si mutui da quel caso di successo e si agisca. Non abbiamo neppure bisogno di inventare nulla di nuovo. Copiamo il loro piano!”.