PESTE SUINA AFRICANA, CONFAGRICOLTURA: NON ABBASSARE LA GUARDIA

Impatti che l’eventuale diffusione della Peste Suina Africana potrebbe avere sul comparto dei salumi piacentini dop

 

Confagricoltura è molto preoccupata per il sequestro in Veneto di carni suine importate dall’Olanda e provenienti dalla Cina, Paese con una grave situazione di espansione dell’epidemia di Peste Suina Africana, e che è stato deciso di distruggere in via precauzionale.

“Le misure preventive prese dalle istituzioni che presidiano il sistema dei controlli sono state efficaci e tempestive – commenta Confagricoltura – ma questo episodio deve indurci a non abbassare la guardia vista la continuità ormai dei mercati e l’intenso traffico di carni”.

L’eventuale diffusione della Peste Suina Africana in Italia significherebbe la fine di un comparto essenziale del nostro agroalimentare, che può contare su quasi 9 milioni di capi allevati e che vale oltre 11 miliardi di euro, tra produzione di carne suinicola e fatturato dell’industria di trasformazione, e oltre a 1,6 miliardi di export. Il settore inoltre incide per il 6% sul fatturato dell’industria agroalimentare ed impegna circa 25.000 allevamenti, 1500 macelli e 3500 imprese di trasformazione.

“Dobbiamo intensificare i controlli e le ispezioni, prevedendo un coordinamento tra tutti i Paesi della Ue”, aggiunge Confagricoltura, che già alla fine del 2018, nel corso di un convegno a Palazzo Della Valle, aveva coinvolto sia le associazioni dei trasportatori sia quelle della caccia, insistendo perché venisse previsto dal ministero della Salute un Piano nazionale di sorveglianza e prevenzione.

E’ essenziale inoltre – a parere di Confagricoltura – richiamare ai propri compiti di sorveglianza e monitoraggio i Paesi membri, nel caso di specie l’Olanda, ad intensificare i controlli della carne proveniente dall’estero nei propri Posti d’Ispezione Frontaliera per impedire l’accesso di prodotto non controllato. Analogamente andrebbero intensificati i controlli sui destinatari della carne proveniente dalla Cina e che alimentano la domanda di un prodotto potenzialmente devastante per la nostra filiera suinicola.

Il Piano nazionale, come ci è stato comunicato ieri, è stato praticamente approvato dalla Commissione europea. E’ necessario ora che venga applicato al più presto, soprattutto per il controllo alle frontiere e quello della fauna selvatica, visto anche l’avanzamento della malattia dai Paesi dell’Est Europa verso il nostro Paese.