Lucchini (Confagricoltura): necessario ripensare il sistema delle autorizzazioni agli spandimenti

Dobbiamo prendere atto che le precipitazioni avvenute nell’arco dell’ultima campagna sono state di intensità e frequenza non ordinaria. Le intense piogge colpiscono con vere e proprie bombe d’acqua a macchia di leopardo e con quantitativi e intensità che stanno generando i disastri sotto gli occhi di tutti. “Rispetto a chi ha gli allevamenti sott’acqua, la difficoltà di gestire i reflui è di secondaria importanza – commenta Alfredo Lucchini presidente della sezione lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza e di Confagricoltura regionale – non dobbiamo però trascurare questo aspetto, soprattutto onde prevenire il rischio di trasformare una risorsa preziosa per i campi, la sostanza organica, in un problema”.

La distribuzione dei reflui in agricoltura è normata da un’articolata e complessa normativa che riguarda persino le emissioni nell’aria: interseca i periodi che dovrebbero essere opportuni agronomicamente con le previsioni meteo, vincola tempi e quantitativi anche a strumenti di spandimento. A determinate condizioni è possibile spandere solo prevedendo l’interramento entro 24 ore e con mezzi che limitano le emissioni.

Detto questo, la norma vede anche il blocco totale degli spandimenti dal primo dicembre al 31 gennaio, periodo nel quale, dovremmo ormai dire “in base alla tradizione”, i terreni si suppone siano gelati o comunque inadatti a ricevere sostanza organica.

“Tutto questo sforzo per incrociare previsioni e norme – commenta Lucchini – in un anno come questo, in cui stanno saltando tutte le programmazioni, si tramuta solo in un’ulteriore difficoltà organizzativa per gli agricoltori e riduce potenzialmente i benefici che la fertilizzazione organica dovrebbe garantire, perché non c’è previsione, né programmazione, che tenga, tant’è che le semine dei cereali autunno vernini sono fortemente a rischio”. Le aziende hanno ammodernato gli stoccaggi nel rispetto dei parametri più stringenti, utilizzando a pieno gli strumenti di aiuto messi a disposizione dalla Regione con i Psr prima e con il CoPsr poi.  Le capacità di stoccaggio ora sono più che prudenti, ma sta piovendo talmente tanto che il sistema va comunque ripensato. “Da un sistema di prescrizioni e divieti emanati sulla base di modello previsionale di precisione – spiega Lucchini – occorre riportare il focus sul ruolo dell’imprenditore agricolo, che per definizione non danneggia né sé stesso e i propri campi, né l’ambiente (di cui questi fanno parte). Con ciò non intendo un mero ritorno al passato in cui l’agricoltore decide il da farsi in base alla propria coscienza ed esperienza. Sarebbe il mondo perfetto – sorride – ma è troppo lontano dagli orientamenti attuali. Mi chiedo se invece non sia il caso di valorizzare tutti gli strumenti di cui le aziende si sono dotate. È molto più funzionale spandere misurando in campo le condizioni, che non in base a dei bollettini, applicando l’agricoltura di precisione: tra rilevamenti, misurazioni, mappature e distribuzioni a rateo variabile. Le norme dovrebbero essere ripensate in questo senso. Non parliamo poi – conclude il dirigente di Confagricoltura – della finestra di blocco totale che ci attende: totalmente inutile e dannoso dato che gli andamenti meteo non rispettano più alcuna stagionalità e nell’ultima stagione non hanno tenuto fede ad uno storico degli ultimi anni in cui si potevano raccogliere pomodori e mais in pieno ottobre uscendo dai campi con i mezzi asciutti e puliti”.

Per far fronte alla situazione contingente, Confagricoltura Emilia-Romagna per voce del suo presidente Marcello Bonvicini, ha provveduto ad inviare, il 23 ottobre, la richiesta di deroghe all’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi in cui a seguito delle premesse si evidenzia che “sarebbe opportuno che venissero concesse deroghe che permettano la distribuzione anche nel mese di novembre, qualora le condizioni meteo lo consentissero, indipendentemente dai bollettini agrometeorologici pubblicati da ARPAE. Inoltre, se dovesse continuare questa situazione di piovosità persistente, andrebbe valutata l’idea di concedere deroghe alla distribuzione anche nel mese di dicembre. Si coglie infine l’occasione per evidenziare che lo stato attuale dei terreni non consente ad oggi di procedere con le ordinarie semine autunno vernine, tale situazione comporta per le aziende l’impossibilità di rispettare le previsioni di avvicendamento colturale obbligatorie per l’accesso all’Ecoschema 4 “Sistemi foraggeri estensivi con avvicendamento” oltre che per il rispetto delle norme di Condizionalità BCA7. (omissis) Occorre pertanto al fine di non danneggiare ulteriormente le aziende o limitare la loro possibilità di accedere alle linee di premio consentire una deroga al divieto di ristoppio e agli obblighi di avvicendamento”.