La Sezione Lattiero Casearia fa il punto sul registro dei Trattamenti elettronico

Il registro dei trattamenti elettronico diverrà obbligatorio a partire dal 28 gennaio 2022. In vista della sua adozione la sezione di prodotto Lattiero-casearia di Confagricoltura Piacenza ha dedicato al tema una parte dell’incontro della sezione allargata che si è tenuta giovedì 14 ottobre presso la sede dell’Associazione.  A portare preziose indicazioni sono stati due medici Veterinari dell’U.O Igiene degli alimenti e delle Produzioni Zootecniche dell’azienda Usl di Piacenza, il dottor Guglielmo Lanza e il dottor Alberto Conti, quest’ultimo anche in rappresentanza dell’ordine dei medici veterinari di Piacenza. “Abbiamo occasione di affrontare quello che ci aspetterà da gennaio dialogando con gli esperti – ha detto Alfredo Lucchini, presidente della sezione – ringraziando i relatori e cedendo loro la parola. “L’ordine dei medici veterinari – ha detto Conti – si sta facendo promotore della diffusine delle novità che saranno operative da gennaio 2022 in tema di ricettazione elettronica del farmaco in allevamento con attività di informazione e diffusione”. Lanza, referente per la farmacosorveglianza dell’Ausl, ha dunque ripercorso la genesi della norma che a partire dalla logica “One healt” ha via via richiesto l’implementazione di un sistema che potesse arrivare a tracciare e quantificare l’uso degli antimicrobici non solo in umana, ma anche nella sanità animale. “Utilizzando il sistema di tracciamento elettronico anche per i trattamenti riusciremo ad averne in tempo reale il consumo nei nostri allevamenti – ha spiegato Lanza – arriveremo dunque a una DDD: defined dalily dose”. Dopo l’informatizzazione del modello 4, si arriva ora all’informatizzazione del registro dei farmaci. “Per poter operare – ha proseguito Lanza – bisogna richiedere le credenziali di accesso a Sistema Informativo Veterinario del Ministero della Salute (www.vetinfo.it) lo stesso utilizzato per la ricetta veterinaria elettronica. Il servizio sanitario regionale organizzerà a novembre un corso on line su come utilizzare il portale e compilare il registro. Sul portale opereranno sia l’allevatore, con le proprie credenziali, che il veterinario di stalla, il quale a un livello differente potrà inserire i protocolli terapeutici. L’iniziativa formativa in programma è gratuita e aperta anche agli allevatori.  Il passaggio dal sistema cartaceo a quello elettronico, dopo alcune migliorie che sono state introdotte – ha precisato Lanza – oggi è abbastanza intuitivo e funzionale. Ci sono tutti i presupposti perché si traduca in uno snellimento degli adempimenti”. Gli intervenuti hanno apprezzato la grande disponibilità dei relatori, ma unanimemente hanno convenuto che il sistema evidenzia ancora alcune criticità, una su tutte: che non possa dialogare con i sistemi di gestione aziendale di cui ormai tutte le stalle sono dotate. “Evidenzieremo ancora una volta il problema – ha detto il presidente di sezione Alfredo Lucchini – sia attraverso una richiesta formale che nell’ambito del corso in programma”. Il dialogo, passando per il tema dei protocolli farmacologici validati preventivamente dal veterinario di stalla, si è successivamente spostato su un altro tema caldo della zootecnia da latte: le linee guida sull’utilizzo degli antimicrobici per le vacche in asciutta. “Il regolamento comunitario – ha ricordato Lanza – prevede la messa in campo dell’asciutta selettiva. Una procedura che non sarà tanto facile adattare alle caratteristiche dei nostri allevamenti delle bovine così diversi da quelli del Nord Europa”. Va poi detto che i piani di riduzione degli antibiotici in Olanda e Danimarca, fino a qualche anno fa, sono stati sostenuti da incentivi economici. “Ai nostri allevatori – ha concluso Lanza – va dato merito di aver fatto grandi passi avanti e di aver sensibilmente ridotto l’uso dei farmaci portandolo ai casi di effettiva necessità”. “Abbiamo capito e condiviso lo sforzo finalizzato al miglioramento della salute, animale e anche umana – ha asserito il presidente di Confagricoltura Piacenza Filippo Gasparini – per questo possiamo dissentire a ragion veduta su protocolli che non sono funzionali all’obiettivo. Non intervenire sulle vacche in asciutta porta ad un aumento dell’uso dei farmaci nel medio periodo perché è foriero di complicanze. Sull’asciutta abbiamo compiuto 15 anni di studi e senza trattamenti, è attestato, aumentano i casi di mastite nei i tre mesi successivi, con conseguente incremento di uso dei farmaci”.  “Ringraziamo ancora una volta i medici veterinari – ha concluso Lucchini – che a vario titolo ci affiancano nel lavoro di ogni giorno”.