Si è tenuta nei giorni scorsi la riunione della sezione di prodotto vitivinicola di Confagricoltura Piacenza per fare il punto sulla situazione della vendemmia, ormai in fase avanzata. Al vivace scambio di pareri hanno partecipato diversi produttori, a partire dalla presidente di sezione Chiara Azzali dalla Tenuta Pernice che ha preso parola illustrando un quadro a tinte particolarmente fosche relativamente alla propria azienda. All’incontro è intervenuto anche il consulente vitivinicolo Enrico Ceruti che ha cercato di fare un punto più generale, pur in assenza di dati ufficiali e completi. Ad oggi, in base alle rilevazioni in possesso dell’associazione, le rese medie a livello provinciale stimano un calo. La diminuzione di prodotto si registra particolarmente le aziende che seguono i protocolli di coltivazione biologica, ma la situazione in generale è molto variegata, per cui il dato medio risulta essere poco non è significativo. All’interno della stessa vallata, addirittura nella stessa azienda, ci sono vigneti che non hanno prodotto pressoché nulla e vigneti con aumenti di resa. Davide Valla, ad esempio, ha espresso grande soddisfazione per la sua produzione di Malvasia, Stefano Pizzamiglio, de La Tosa, ha costruito un quadro ben articolato in cui ha riferito che è importante “guardare il bicchiere mezzo pieno” e che si riuscirà ad avere un prodotto di ottima qualità pur in un’annata difficile. Giovanni Paolo Tavazzi dell’Azienda viticola Ronchi ha posto l’accento sull’inadeguatezza dei vigneti ormai inadatti a variazioni climatiche così importanti. Dello stesso avviso Chiara Azzali che in modo particolare ha riferito di un confronto sul tema con il direttore del consorzio fitosanitario di Piacenza e Parma, il dottor Ruggero Colla, nel quale informalmente si è parlato della possibilità di utilizzare i droni per i trattamenti in vigneto. “Sono stati fatti studi e sperimentazioni che danno buoni risultati – ha detto Azzali – perché questi mezzi consentono di entrare in campo anche quando le condizioni non permettono l’uso del trattore, però la normativa ad oggi non ne consente l’impiego”. Chiara Azzali ha posto l’attenzione sulla necessità di guardare avanti usando gli strumenti che la ricerca e la tecnica ci danno per poter far fonte alle mutate esigenze del settore. È stato rilevato come, a fonte di una piovosità media di 700 mm all’anno, le ultime annate siccitose abbiano fatto registrare 400 mm di pioggia all’anno, mentre quest’anno sono piovuti 1000 mm concentrati in tre mesi, in alcuni punti. “È chiaro – ha detto Azzali- che questo si configura come una calamità naturale, allora diventa indispensabile che ci sia almeno la possibilità di usare piante resistenti a certe fitopatie emergenti e le tecnologie, come i droni, per intervenire quando serve”. I prossimi giorni saranno determinanti per capire come si chiuderà questa vendemmia – ha concordato la Sezione vitivinicola di Confagricoltura Piacenza – certo è che a fonte di difficoltà crescenti, di consumi che cambiano perché riducono i quantitativi ma chiedono una qualità più elevata, di mercati competitivi, di costi alle stelle, l’esperienza non è mai abbastanza e i produttori necessitano di impiegare tutti mezzi che ci sono e che aiutano ad affrontare annate così diverse tra loro. “Non possiamo vivere in costante emergenza – conclude Azzali – dobbiamo strutturarci per far fronte alle nuove condizioni, i mezzi ci sono e altri li utilizzano, dobbiamo poterlo fare anche noi per evitare di mettere sotto scacco un settore che non è più compatibile con una produzione familiare e semplice di una volta”.