Nei giorni scorsi Giovanni Marchesi, noto agronomo e storico responsabile dei servizi tecnici di Confagricoltura Piacenza ha rassegnato le proprie dimissioni, dopo 33 anni di servizio, per raggiunti limiti di età. I colleghi lo hanno salutato con semplicità, perché lui ama le cose semplici e perché il momento non permette di fare diversamente, ma con grande commozione. Presente per l’occasione anche il presidente Filippo Gasparini. “Al dottor Marchesi va il mio grazie personale per tutti questi anni di dedizione e penso di parlare anche a nome di tutti i presidenti che mi hanno preceduto”. Marchesi era stato assunto, unica professionalità dedicata all’ufficio tecnico, nel 1988 dal compianto dottor Bergamaschi, allora presidente dell’Unione provinciale agricoltori. “Nel 1988, quando sono arrivato, ho sostituito il dottor Piergiuseppe Romanini, che è un fratello per me – ha ricordato Marchesi – lui era passato all’Associazione Allevatori”.
La crescita del servizio tecnico è stata negli anni proporzionale all’incremento delle pratiche e degli adempimenti e Marchesi oggi passa il testimone di un servizio che impiega una ventina di persone. “Giovanni resta comunque come consulente esterno – ha tenuto a rassicurare il direttore Marco Casagrande che a Marchesi è legato da profonda amicizia e con cui ha condiviso i banchi dell’istituto tecnico superiore e della Facoltà di Agraria – lo ringraziamo di questa disponibilità, che ci rassicura perché così potremo contare ancora sulla sua grande competenza ed esperienza”. Non c’è associato che non lo conosca e che non abbia avuto modo di interfacciarsi con lui. La sua disponibilità all’ascolto è, ancor prima di una caratteristica professionale, un aspetto della sua grande umanità che tutti gli riconoscono e apprezzano.
“Un terzo dei cent’anni dell’Unione sono passati mentre ero dipendente di questa associazione dove ho trascorso più della metà della mia vita e ne sono contento” – ha ricordato Marchesi. “Nella natura ho sempre visto la meraviglia. Un seme di grano che muore e diventa una spiga, poi tanti chicchi che maturano per essere macinati e diventare pane: è un miracolo! Questa dimensione un po’ trascendente del lavoro agricolo non la voglio dimenticare ed è quello che mi ha confortato nelle giornate più difficili che ci sono sul lavoro, quando mi sono chiesto che senso avesse far girare tante carte. Come in tutte le cose, anche nella mia vita lavorativa ho vissuto alti e bassi, ma quando vedo agricoltori che ancora si rivolgono a me per avere indicazioni utili alle loro aziende mi rallegro. Considero il mio lavoro come una grazia, non un merito. Infine – ha aggiunto – ringrazio mia moglie e tutti i miei colleghi che mi hanno sempre aiutato ed anche sopportato”. “Non possiamo che esserti grati noi – gli ha detto Gasparini – per aver messo a disposizione dell’associazione, con dedizione, onestà e impegno, le tue competenze tecniche e le tue doti umane. Hai sempre dato prova di grande moralità e rettitudine nella gestione del delicato percorso delle risorse pubbliche che vengono assegnate al privato. La tua integrità ha costituito una tutela dei soci e delle aziende. Per fortuna – ha concluso – sei disponibile a collaborare ancora con noi e questo ci rincuora perché così non sarà un addio. Ancora grazie da parte di tutti noi, dai soci e dai colleghi”. Calorosi applausi hanno sottolineato la partecipazione di tutta la squadra di collaboratori di Confagricoltura Piacenza.