Erano più di una quindicina i giovani di Anga Piacenza, l’associazione che raggruppa gli under 40 di Confagricoltura, alcuni con tanto di bimbi al seguito, che questa mattina, mercoledì 3 aprile, hanno effettuato una visita alla diga del Molato (Alta Val Tidone), in questi giorni oggetto di particolare attenzione in quanto piena sino allo “sfioro”, come si dice in gergo la procedura di collaudo che prevede la tracimazione dell’acqua e il suo deflusso lungo gli scivoli, attuata per testare la nuova capacità dopo la manutenzione straordinaria a cui è stata sottoposta nei mesi scorsi.
Confagricoltura Piacenza ha più volte ha rimarcato l’enorme valore dell’utilizzo plurimo delle grandi infrastrutture irrigue: di laminazione, ambientale, di produzione energetica, di stoccaggio dell’acqua ad uso civile, ai fini irrigui e persino per scopi turistici. L’Associazione ha recentemente presentato in merito anche osservazioni al Piano territoriale di Area Vasta della Provincia che l’Ente ha recepito esprimendo in via generale un ok alla pianificazione di bacini, invasi artificiali o dighe che possano trattenere l’acqua piovana da riutilizzare nei momenti di siccità.
“Senz’acqua non c’è vita e non c’è agricoltura – hanno commentato i giovani di Anga – infrastrutture come questa sono preziose, come più volte ricordato da Confagricoltura Piacenza, ne occorrerebbero anche una in Val Nure e una in Val Trebbia.
Nei momenti siccitosi i grandi bacini diventano strategici per gli scopi civili e l’acqua viene razionata agli agricoltori, magari in piena stagione irrigua, ma si deve ricordare che se oggi ci sono queste dighe è stato proprio per volere dell’agricoltura di un tempo e che se l’agricoltura in valle è oggi fiorente, lo si deve in buona parte alla presenza di queste preziose opere”.
Nel nostro Paese si calcola che solo l’11% dell’acqua venga trattenuta e quindi non lasciata defluire in mare senza poter essere valorizzata né a fini irrigui né idropotabili.
I giovani imprenditori agricoli, grazie alla disponibilità del Consorzio di Bonifica di Piacenza, hanno dunque colto l’occasione di effettuare la visita lungo tutto il percorso accompagnati dal presidente del Consorzio Luigi Bisi che ha illustrato le specificità dell’infrastruttura modernissima e utilissima, a dispetto dei suoi quasi cent’anni.
La procedura di collaudo della diga del Molato è iniziata lunedì 18 marzo e ha previsto il completo riempimento dell’invaso della diga passando dalla attuale quota idrica autorizzata di 353,70 metri sul livello del mare (pari a un volume di circa 7,6 milioni di metri cubi d’acqua) a 354,40 metri sul livello del mare (pari a circa 8,06 milioni di metri cubi).
Raggiunta la quota dei 354,40 metri sul livello del mare, poco dopo la mezzanotte tra venerdì 22 marzo e sabato 23, è iniziato lo sfioro degli scarichi di superficie (scivoli). Il motivo per cui la diga necessita di un secondo collaudo, dopo quello effettuato quasi cento anni fa, è la certificazione dell’opera a seguito di importanti manutenzioni straordinarie di potenziamento realizzate effettuate negli ultimi decenni. Va detto che, dalla fine degli anni ’20 ad oggi, i controlli e le manutenzioni ordinarie per mantenere la diga sicura ed efficiente sono stati costanti.
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