Gasparini: nessuna intenzione di sfasciare il sistema, aperti al confronto, andiamo avanti
Si è svolta il 10 settembre a Piacenza l’assemblea territoriale dei soci del Consorzio di Tutela del Grana Padano a cui non ha mancato di intervenire il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, allevatore più che noto del comparto e portabandiera di una posizione che sta prendendo piede tra diversi allevatori conferenti alla prestigiosa filiera. “Apprezzo e ringrazio per il confronto aperto e civile avvenuto stamattina – ha commentato Gasparini – e torno a ribadire che è proprio nell’ambito del confronto civile, senza alcuna intenzione di sfasciare il sistema, che esprimiamo la nostra posizione. Noi vogliamo che venga restituito potere contrattuale agli allevatori, non abbiamo intenzione, come un po’ tendenziosamente è stato insinuato, né di minare il Consorzio né di lanciare una battaglia contro i piani produttivi. Altrettando fermamente, non retrocediamo dalla nostra posizione perché vogliamo agire in favore delle aziende agricole produttrici di latte cresciute sul territorio. Ribadiamo, che è opportuno che le quote produttive vengano assegnate agli allevatori come già accade per il Parmigiano Reggiano. Non ci convince il parere di chi liquida la questione dicendo che non è possibile, oltretutto avendo davanti un esempio virtuoso come quello della filiera del Parmigiano Reggiano”. Le due Dop, va detto, hanno sì analogie, ma anche importati differenze tra cui l’ampiezza del bacino produttivo e i volumi di latte prodotti, ma Confagricoltura Piacenza ritiene che debba essere avviato un tavolo tra le parti che individui anche per il Grana Padano la possibilità di coinvolgere direttamente le aziende agricole per poterle responsabilizzare e rendere loro la dignità imprenditoriale, con il conseguente potere negoziale, che con l’attuale sistema hanno perduto. “Se all’origine è stata fatta la scelta sbagliata di assegnare le quote ai trasformatori – ha precisato Gasparini – non si comprende perché non sia possibile valutare strumenti per modificare questa stortura. Se si vuole controllare la produzione è da lì che si deve partire. Mentre per il Parmigiano Reggiano è stato da subito compreso che responsabilizzando gli agricoltori si sarebbe riusciti ad avere una miglior sovrapposizione tra la produzione di latte e quella di formaggio rendendo così più efficaci i piani produttivi, non è stato così per il Grana Padano, dove si è impostato un sistema che permette anche di attuare politiche di prezzo favorendo la trasformazione. Il proliferare degli smarchiati – ha concluso il presidente di Confagricoltura Piacenza– non è la causa di certe politiche, ma ne è la conseguenza, perché il mercato non aspetta chi rinuncia a correre. Ribadiamo che con le quote agli allevatori, consentendo alle aziende di crescere, si creerà un sistema virtuoso che favorirà lo sviluppo e l’apertura di nuovi mercati che questa grande filiera merita. Alla luce di queste considerazioni la nostra azione non è da considerarsi distruttiva, quanto piuttosto conservativa”.