Fine vita degli impianti fotovoltaici: posticipato al 31 dicembre la scelta di come smaltirli

I responsabili di impianti fotovoltaici incentivati in conto energia stanno ricevendo le pec da alcuni Sistemi Collettivi RAEE circa la proroga al 31 dicembre 2024 della scadenza entro la quale comunicare la scelta di partecipare a un sistema collettivo di gestione degli impianti a fine vita. “Il termine originario era il 30 giugno – spiega Roberta Bettuzzi responsabile dell’Ufficio investimenti di Confagricoltura Piacenza – ma ricordo che la scelta è un’opzione e non un obbligo”. La Legge 8 agosto 2024 n. 115 prevede che dal 2025 il Gse apra due finestre annuali, di 60 giorni ciascuna, entro le quali i Soggetti Responsabili potranno comunicare allo stesso Gestore la scelta di partecipare a un sistema collettivo di gestione anziché continuare ad aderire alla modalità prevista dallo stesso GSE che trattiene la somma di 20€/pannello dall’incentivo erogato. “In sostanza – spiega l’esperta – vi sono due possibilità: prestare la garanzia finanziaria per le operazioni di raccolta, trasporto, trattamento adeguato, recupero e smaltimento, tramite la trattenuta sull’incentivo erogato dal GSE o, in alternativa, aderire a un sistema collettivo di gestione, opzione che consiste nell’acquisto di un servizio e non è una cauzione”. Fino a poco tempo fa la garanzia versata nei fondi fiduciari “Trust” dei Consorzi e quella trattenuta dal GSE avevano lo stesso valore, ossia 10 euro a modulo da smaltire. Con la conversione in legge del DL Energia l’importo della quota da trattenere da parte del GSE è pari a 20 euro/modulo. “È esattamente il doppio – rileva Bettuzzi – rispetto al valore della garanzia da versare al Sistema Collettivo (10 euro/modulo).  Le differenze non si limitano solo all’aspetto economico. Il GSE trattiene la somma quale garanzia finanziaria mentre l’adesione al Sistema Collettivo, riconosciuto e autorizzato dal MASE, comporta il versamento della somma quale garanzia finanziaria direttamente nel fondo fiduciario (Trust) dello stesso. Dei 10 euro/modulo versati, il 20 % è trattenuto dal Consorzio mentre l’80% finisce nel Fondo Trust”. Nel caso in cui il soggetto responsabile decida di avvalersi di un Sistema Collettivo dovrà comunicare la scelta al GSE che dovrà rimborsare la somma trattenuta o trasferire i soldi al Trust del consorzio scelto. “Va detto che la trattenuta GSE ha titolo puramente cauzionale, non comprende alcun servizio” – rimarca Bettuzzi -. Sarà cura del Soggetto Responsabile fornire la documentazione completa circa l’avvenuto corretto smaltimento di tutti i pannelli FV dell’impianto in quanto le spese di smaltimento dei pannelli sono a carico del Soggetto Responsabile dell’impianto. La quota da versare nel Trust del sistema collettivo, invece, è fatturata e corrisponde all’acquisto di un servizio e per le aziende è fiscalmente deducibile”.  Per gli impianti composti da almeno 100 pannelli FV è generalmente possibile rateizzare il versamento in 5 anni (2 euro/pannello FV all’anno). La quota versata al Sistema Collettivo viene vincolata in un Trust appositamente costituito, monitorato da un garante terzo e non pignorabile né accessibile fino all’avvenuto smaltimento dei pannelli. La quota copre per legge i costi del servizio di ritiro in loco, trasporto, trattamento e recupero dei pannelli FV, inclusa la gestione amministrativa dell’operazione.  “Il Soggetto Responsabile che aderisce al Sistema Collettivo potrà richiedere il servizio quando ne ha bisogno, senza limiti di tempo o di numero di ritiri, quindi il Consorzio generalmente interviene anche per ritiri parziali. Nel caso in cui la scelta converga su un Sistema Collettivo, è ad ogni modo importante farne un’attenta analisi e valutare tutte le clausole contrattuali”. In particolare, nel contratto, è bene analizzare: conferma del versamento complessivo della quota (10 €) nel Trust; costi amministrativi per la gestione della pratica da parte del Consorzio, non compresi nella quota a garanzia; attività operative incluse ed escluse. Solitamente raccolta trasporto e smaltimento sono coperti ma potrebbe non essere previsto lo smontaggio dei moduli); manleve e responsabilità; gestione finanziaria del Trust; destinazione eventuali avanzi post gestione; cosa succede in caso di non capienza del contributo o in caso di liquidazione del Consorzio; eventuale restituzione del contributo a seguito di vendita dei moduli come AEE usate ed esportazione.  Un Sistema Collettivo deve avere determinate caratteristiche, essere: no profit; dotato di uno statuto conforme allo statuto-tipo ed approvato dal MASE (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica); iscritto al registro AEE: iscritto al Centro di coordinamento RAEE (Cdc RAEE) se gestori anche di pannelli PV domestici; dotato di un Trust conforme alle specifiche del Disciplinare tecnico del GSE del 2012 e gestito ed alimentato secondo i principi ivi riportati. “Il consiglio – conclude Bettuzzi – è di optare per una realtà con comprovata esperienza alle spalle, valutare il volume di affari, conoscerne i soci che ne fanno parte, verificare che il rispettivo Trust sia slegato alle vicissitudini societarie e che sia previsto un sistema di controllo esterno al Consorzio stesso”.

Per ulteriori informazioni sui sistemi collettivi si consiglia il seguente link: https://www.cdcraee.it/sistema-raee/attori-del-sistema-raee/sistemi-collettivi/