FAUNA SELVATICA E AGRICOLTURA: UN RAPPORTO DIFFICILE

L’Accademia dei Georgofili e Confagricoltura Piacenza dedicano al tema un seminario

 

E’ in programma venerdì 25 novembre alle 9.30 nella sala dedicata a Giammaria Visconti presso la sede di Confagricoltura Piacenza, in via Colombo 35, il seminario proposto dall’Accademia dei Georgofili e da Confagricoltura dedicato al problema della convivenza fra agricoltura professionale e fauna selvatica. Diversi gli interventi in programma dopo i saluti del professor Natale G. Frega, presidente della Sezione Centro Est dell’Accademia dei Georgofili e di Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza.  Enrico Merli, funzionario della Regione Emilia Romagna, traccerà il quadro conoscitivo dell’evoluzione della presenza della fauna selvatica nelle aree agricole; Roberto Cocchi, dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, parlerà di prevenzione dei danni citando esempi di difesa passiva e attiva; come funziona la stima dei danni in Emilia Romagna sarà invece l’oggetto dell’intervento del funzionario regionale Aldo Magnoni. Rino Ghelfi, docente dell’Università di Bologna, spiegherà, invece, come dovrebbe funzionare la stima dei danni. Michele Cassano, vice direttore del Consorzio Chianti Classico, porterà l’esperienza del Chianti anche alla luce della nuova legge regionale della Toscana varata circa un anno fa. A tracciare le conclusioni della mattinata spetterà a Gianni Tosi, Presidente di Confagricoltura Emilia Romagna e a Simona Caselli, Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna. Seguirà il dibattito. Moderatore dell’evento sarà il professor Piero Cravedi, già docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e membro dell’Accademia dei Georgofili. Organizzatore e curatore dell’iniziativa è Michele Lodigiani, agronomo, imprenditore agricolo, anch’egli membro dell’Accademia e in precedenza presidente di Confagricoltura Piacenza che spiega: “Il problema si sta facendo serissimo. La presenza di specie alloctone, spesso nocive, va crescendo e consolidandosi, andando ad aggiungersi alla popolazione di specie autoctone che, del tutto sporadica fino a pochi anni fa, ha in alcune zone raggiunto livelli non compatibili con l’attività economica primaria. Prima ancora che ambientale ed economico il problema è culturale. E’ stato proprio il progresso tecnologico dell’agricoltura moderna, in termini di sostenibilità, a consentire questo grande incremento della fauna: nonostante ciò l’agricoltura professionale si trova sul banco degli imputati, considerata dai più elemento spurio e contro natura in termini ambientali e di scarso rilievo in termini economici. Non c’è dubbio che oggi sia assai più facile creare consenso intorno a provvedimenti volti a tutelare “a prescindere” non solo le popolazioni di selvatici, ma anche il singolo animale, piuttosto che trovare solidarietà per la categoria o per il singolo imprenditore agricolo, che da questo problema vede vanificato il proprio lavoro e la sopravvivenza stessa della sua impresa. Il seminario – conclude Lodigiani – intende approcciare la questione con equilibrio e rigore scientifico: con l’illustrazione dei termini reali problema, tanto dal punto di vista ambientale che economico; con l’individuazione delle criticità del sistema; con la formulazione di indirizzi e proposte. Invitiamo tutti gli interessati a intervenire”.

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