La gestione dei cinghiali è ancora lontana dall’essere sotto controllo e le aziende suinicole, che hanno animali sani, vivono una situazione surreale per il deprezzamento delle carni e le difficoltà gestionali, pur mantenendo fuori dai cancelli la peste suina africana di cui i cinghiali sono i principali portatori.
Fatta questa necessaria premessa, Confagricoltura Piacenza esprime apprezzamento per due atti normativi della Regione, indubbiamente frutto anche delle pesanti pressioni che l’Associazione ha esercitato attraverso costanti interlocuzioni nelle sedi competenti e negli incontri sul territorio, in cui è intervenuto più volte anche il presidente della Federazione Nazionale Suinicola di Confagricoltura, Rudy Milani e che hanno visto l’impegno costante e il coordinamento della dottoressa Giovanna Parmigiani. Gli stessi organi piacentini di Confagricoltura hanno più volte incontrato formalmente, e non, i referenti delle istituzioni, a partire dal commissario straordinario alla Psa, Vincenzo Caputo.
“Esprimiamo apprezzamento – sottolinea Confagricoltura Piacenza – per la nota di chiarimento della dirigente dell’Area Sanità Veterinaria e Igiene degli Alimenti, dottoressa Anna Padovani, emanata relativamente alla gestione di liquami e letame prodotti da suini detenuti in Zone di restrizione II”.
Il documento precisa che la distribuzione palabile con ricopertura tramite aratura profonda almeno 40 cm e interramento profondo del liquame a profondità di almeno 35 cm è la metodica che garantisce il minor rischio sanitario. Tuttavia, agli allevamenti che risultano dotati dei requisiti di biosicurezza rafforzata e che vengono sottoposti a sorveglianza continua dei suini morti, può essere consentito lo spandimento agronomico all’interno della medesima zona di restrizione di tipo II, come disciplinato dalla specifica normativa regionale di settore (riportata nel “Regolamento regionale in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, del digestato e delle acque reflue” in vigore in Emilia-Romagna).
“Di fatto – sintetizza Confagricoltura Piacenza – per gli allevamenti in biosicurezza rafforzata si torna alle consuete procedure”.
Altra apprezzabile apertura viene dal nuovo regolamento regionale sugli ungulati con la possibilità di interventi più incisivi per ridurre il numero dei cinghiali. Il nuovo regolamento entrerà a breve in vigore con un decreto del presidente della Regione. Tra le novità che dovrebbe portare il provvedimento: la semplificazione della caccia collettiva, tanto auspicata da Confagricoltura Piacenza. Per esempio il numero di componenti delle squadre di braccata passa da 40 a 30 e aumentano gli invitati da 5 a 8. Ancora, saranno introdotte in casi straordinari azioni collettive ridotte che prevedono l’autorizzazione della Regione a battute o braccate con un numero inferiore di partecipanti e cani, nel caso di particolari esigenze del territorio.
“Auspichiamo – conclude l’associazione degli imprenditori agricoli – che le modifiche proposte consentano da subito e concretamente un supporto alle azioni di depopolamento dei cinghiali. In tutta la vicenda non saremo mai pienamente soddisfatti fino a quando non sarà liberalizzato il controllo notturno dei bioregolatori arrivando, senza se e senza ma, all’eradicazione totale nei distretti suinicoli come indicato dal Commissario”.
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