Confagricoltura Piacenza: sempre più lupi nei campi di pianura e senza timori per l’uomo

Se non fosse che in un mese sono state sbranate due vitelle in stalla nella zona (Gragnano – Gragnanino) se non fosse che anche domenica sul giornale si piangeva l’ennesimo cagnolino divorato dai lupi in cortile (Vigolzone), se non fosse che nei campi e in azienda c’è una paura che non vorremmo si trasformasse in rimpianto, Il filmato di Matteo Bersani, associato con il fratello Fabio a Confagricoltura Piacenza, sarebbe anche gradevole. Riprende quattro lupi che amenamente trotterellano di domenica mattina nel campo di frumento dell’azienda agricola Il Chioso a Campremoldo Sotto.  Si muovono senza timore alcuno a favore di camera mentre l’agricoltore li filma con il telefonino stando sul trattore a poca distanza. “Sono animali che stanno acquistando sempre più confidenza con gli ambienti antropizzati” – sottolinea Confagricoltura Piacenza che sul tema era intervenuta non più di dieci giorni fa quando una vitella appena nata era stata prelevata e poi sbranata dalla stalla di Rodolfo Milani da due grossi esemplari di lupo. “Nelle aziende agricole il timore cresce – rimarca l’associazione degli imprenditori agricoli – chi vive in città non ha contezza del pericolo che quotidianamente corrono gli agricoltori, soprattutto ora che la campagna entra nel vivo e che occorre stare nei campi, spesso anche di notte. Se dispiace per i capi che questi animali possono aggredire e uccidere, ciò che terrorizza è la conta alla rovescia che ci separa dalla prima grave aggressione all’uomo. I mungitori iniziano a rifiutarsi di andare in stalla di notte. C’è poi paura per l’incolumità dei bambini che giocano nelle corti. Non si più continuare a ignorare il problema sino a quando sarà divenuto ingestibile, come purtroppo abbiamo visto con nutrie e cinghiali. Il lupo non ha alcuna responsabilità – conclude l’associazione – la colpa è di chi non assumendo decisioni lascia che le situazioni degenerino invocando un equilibrio naturale che qui è evidentemente sovvertito, perché in natura il lupo non passeggia in pianura e, sempre in natura, non può scambiare le stalle per il proprio fast-food”.