Confagricoltura Piacenza convoca la sezione vino allargata

Confagricoltura Piacenza ha convocato la propria sezione di prodotto vitivinicola allargandola a tutti i produttori di vino associati, all’ordine del giorno la proposta di modifica dei disciplinari di produzione dei vini doc dei colli piacentini. L’incontro, che si è tenuto la sera di mercoledì 18 gennaio, ha visto anche la partecipazione del professor Michele Fino docente dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – che sta seguendo l’iter di aggiornamento portato avanti da ormai oltre un anno da parte del Consorzio di Tutela dei Vini Doc dei Colli Piacentini. Un lavoro, quello della revisione dei disciplinari, che ha visto diversi incontri di consultazione fra i produttori del territorio e un tavolo tecnico guidato da Stefano Pizzamiglio supportato, per l’appunto, dalla consulenza del professore e con il contributo fondamentale dei professori Milena Lambri e Matteo Gatti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. È stato lo stesso Pizzamiglio a ripercorrere con i presenti le tappe dell’iter ricordando anche gli esiti del questionario somministrato ai produttori. A fare gli onori di casa la presidente della sezione di prodotto Chiara Azzali che in apertura di serata ha sottolineato: “per noi è importante che questa revisione sia condivisa, è un’occasione unica per riposizionare, tutti insieme, le nostre produzioni sul mercato. Abbiamo già vini eccellenti, ma dobbiamo lavorare sulla loro definizione, denominazione e ricollocazione perché siano facilmente riconoscibili, identificabili anche dai consumatori meno esperti e non solo da fini conoscitori del nostro territorio. Sappiamo bene – ha sottolineato l’imprenditrice vitivinicola che siede anche in giunta di Confagricoltura Piacenza – che i nostri vini sono riconducibili, per la loro caratterizzazione, persino alla singola vigna e quando saranno noti ai più come brand del territorio potremmo anche ambire a introdurre i distinguo, ma oggi dobbiamo fare ordine e comunicare in modo chiaro per far conoscere quanto di buono già abbiamo”. Dello stesso avviso gli intervenuti che hanno poi analizzato punto per punto i disciplinari in fase di revisione. “Potevamo – ha precisato Fino – decidere per una semplificazione drastica e una riduzione netta di tutte le tipologie, ma l’architettura pensata e condivisa fin qui vuole permettere comunque alle aziende di poter continuare a camminare nel solco della loro tradizione. Abbiamo pensato – ha spiegato l’esperto, ad un’architettura piramidale. Il top della qualità ha un’areale delimitato e standard produttivi con rese inferiori. Tutte le denominazioni della piramide sono legate al territorio. Al vertice “Piacenza DOCG”, poi “Colli Piacentini DOC” e alla base “Emilia IGT”. La piramide qualitativa proposta crea la nuova DOCG Piacenza, rossa, bianca, basata sulla tipologia storica del Gutturnio Riserva, sulla Malvasia di Candia Aromatica nella versione ferma e passita. Segue una proposta di modifica completa della DOC Colli Piacentini, che assorbirebbe le esistenti Doc Gutturnio e Ortrugo. La nuova Doc fonda la propria identità nei vini e nei vitigni storici ed è imperniata sui vini frizzanti, ma comprende anche Il Gutturnio Superiore, il Vin Santo e il Vin Santo di Vigoleno. Infine, è previsto l’assorbimento dei vini IGT Val Tidone e Terre di Veleia nella IGT Emilia, già oggi largamente la più utilizzata, in cui verrebbero a confluire anche le produzioni da vitigni internazionali dell’attuale DOC. La discussione dei presenti si è articolata su aspetti di dettaglio, ma nel complesso il percorso è stato condiviso recependo alcuni possibili ulteriori distinguo proposti, come la possibilità di agganciare il grado zuccherino all’acidità per determinare alcuni range qualitativi. Sono dunque state passate in rassegna per ciascuna tipologia le norme di vinificazione, le caratteristiche organolettiche, le modalità di etichettatura e di imbottigliamento. “Un lavoro molto complesso – ha sottolineato Azzali – che vede il raffronto delle esigenze produttive con quanto prevedono le diverse norme. Un’ultima novità di questo progetto è la proposta di revisione degli areali con una fondamentale semplificazione e una modifica delle altimetrie che tengano conto dell’innalzamento delle temperature e della siccità degli ultimi anni”.  “Ci siamo spesi – hanno più volte sottolineato Pizzamiglio, Fino e Azzali – perché la revisione dei disciplinari fosse un percorso partecipato che non lasciasse fuori nessuno. Le produzioni tipiche di un territorio sono patrimonio di tutti i produttori di quel territorio, paradossalmente anche di chi oggi non produce vini doc, perché fanno parte della connotazione stessa del territorio e delle possibilità produttive delle aziende che a quel territorio appartengono”. Il percorso di scrittura dei nuovi disciplinari è dunque in dirittura d’arrivo, il Consorzio Vini Doc Colli piacentini ha previsto due ulteriori incontri di consultazione, il 31 gennaio a Carpaneto e Ziano, poi si passerà alla fase di formale presentazione. “Come produttori vitivinicoli di Confagricoltura Piacenza – ha concluso Azzali – abbiamo partecipato ad ogni passo e siamo soddisfatti, direi quasi orgogliosi, del risultato raggiunto”.