Confagricoltura in Assemblea generale straordinaria a Bruxelles

“Oggi siamo qui per presentare un documento programmatico alle istituzioni europee, a tutela della produttività e della competitività delle nostre imprese. Gli agricoltori europei soffrono il costo del denaro, i gravosi adempimenti legati agli ecoschemi, una situazione geopolitica instabile. Serve una modifica profonda della PAC, serve multilateralismo, serve la salvaguardia dei prezzi per i produttori e i consumatori”. Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, all’apertura dell’assemblea con i delegati regionali e provinciali della Confederazione giunti dall’Italia nella sede del Copa Cogeca, dove sono intervenuti anche i due presidenti, la francese Christiane Lambert (Copa) e lo svedese Lennart Nilsson (Svezia). L’assemblea ha visto la partecipazione di numerosi europarlamentari ed esponenti delle istituzioni. Prima della riunione, Giansanti, in qualità di vicepresidente del Copa, insieme ai presidenti Lambert e Nilsson, ha incontrato il ministro all’agricoltura belga, David Clarinval, presidente del Consiglio Agrifish, al quale è stato consegnato un documento condiviso sulle proposte del Copa Cogeca per il futuro del settore.  Il Copa ha chiesto per il prossimo Commissario UE all’agricoltura la vicepresidenza esecutiva, in modo da rimettere al centro delle politiche europee il settore primario. Per l’Italia, inoltre, sarebbe importante esprimere il Commissario. Concetto che è stato ribadito nel corso dell’assemblea, dove sono state presentate le dieci priorità di Confagricoltura a livello europeo.  Oggi a Bruxelles anche i vertici piacentini con il presidente Filippo Gasparini, la componente di Giunta nazionale Giovanna Parmigiani e il direttore di Confagricoltura Piacenza Marco Casagrande. “Il decalogo presentato da Confagricoltura – spiega Filippo Gasparini – è la sintesi di un dettagliato documento di proposte redatto da Confagricoltura a partire dai contributi forniti dal territorio. Contiene anche i nostri temi come la riscrittura della normativa nitrati, lo stralcio di norme improduttive, la richiesta di riscrittura della Pac con l’abolizione degli ecoschemi e la necessità di un piano di infrastrutture idriche. Chiediamo alla politica che se ne faccia carico e che valorizzi questo importante momento di dialogo”.

“Le proteste sono comprensibili – commenta Marco Casagrande – sono uno sfogo, ma è fondamentale, per il futuro delle aziende agricole, poter agire sui tavoli istituzionali con delle proposte chiare e recepibili. Come con tanta fatica sta facendo Confagricoltura”.

“Ci attendiamo risposte efficaci e urgenti alle proposte avanzate – aggiunge Giovanna Parmigiani – tutti i presidenti provinciali e regionali d’Italia di Confagricoltura sono qui oggi, insieme al presidente Giansanti, a noi della Giunta nazionale, accompagnati dai direttori, per portare non le proteste ma le proposte per risollevare il nostro comparto e per permettere alle nostre aziende di lavorare e di essere competitive sul mercato. Consideriamo oggi più una partenza che un arrivo per convincere tutti a cambiar passo”.

“La semplificazione della Pac, se non sarà drastica, non sarà abbastanza – ha detto Giansanti – chiediamo che la destinazione delle risorse sia finalizzata all’autoapprovvigionamento per garantire il reddito degli agricoltori e tutelarli dalla concorrenza sleale dei paesi Extra Ue, poi si deve tornare al multilateralismo: l’unico approccio in grado di fissare un minimo comun denominatore per tutti. Alcune di queste considerazioni sono state condivise nel documento del Copa Cogeca. Dobbiamo avere in questa fase il coraggio di proporre – ha proseguito – se poi non ci ascolteranno avremo anche noi il coraggio di protestare, ma in maniera legittima e ordinata perché quello che sta avvenendo qui fuori non ci appartiene, noi non siamo quelli che distruggono le città”.

“Il mandato del nostro sindacato – ha detto il presidente piacentino che In chiusura ha preso parola – è quello di uscire dalla logica del pensiero dominante. I trattori in protesta ci dicono questo senza riuscire a concettualizzare la proposta. La transizione ecologica non può e non deve essere il presupposto delle politiche dell’agricoltura. La nostra attività deve usare le risorse con regole basate sulla scienza e sulla tecnica. Rispetto alla prima Pac, l’errore è stato quello di accettare che i fondi venissero vincolati da regole che con la gestione dell’azienda non c’entrano e che sono figlie dell’ideologia. Se parli di transizione ecologica il cinghiale non lo elimini – ha chiosato -. Cosa c’entra il benessere animale con la gestione dei miei campi? L’Europa dei padri fondatori non prevedeva l’impostazione verticistica e normativa che entra in azienda oggi sovvertendo la sovranità degli Stati e la specificità delle loro attività economiche e della loro cultura”.

“Proseguiremo con il nostro impegno – ha concluso Giansanti – a dialogo stretto con la politica perché recepisca le nostre istanze. Ci incontreremo ancora, porteremo le nostre proposte anche a tutti gli attori del territorio. Il nostro obiettivo è portare avanti gli interessi delle nostre aziende agricole, che devono, per l’appunto, poter fare impresa”.

Di seguito i punti del manifesto.

  1. Nuovo allargamento della UE. Aumentare in termini reali il bilancio destinato all’agricoltura. Rimodulare gli aiuti diretti della PAC in funzione dell’evoluzione dei prezzi all’origine e della stabilità dei redditi.
  2. Cambiamento climatico. Varare il “terzo pilastro” della PAC per la gestione comune dei rischi e dei danni provocati dagli eventi climatici estremi. Aumentare la dotazione finanziaria e rivedere le modalità di funzionamento della vigente riserva di crisi.
  3. Sicurezza alimentare. Sospendere l’entrata in vigore di alcuni provvedimenti discussi nel corso della legislatura in scadenza, in attesa delle conclusioni del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione europea.  La sospensione deve riguardare le proposte di regolamento sul ripristino della natura e sulle emissioni industriali. Va anche rivista la “Direttiva Nitrati” che risale al1991.
  4. Riformulare la proposta sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggi secondo il principio della neutralità tecnologica e tenendo conto della specificità dei prodotti destinati all’alimentazione.
  5. Eliminare dalla normativa sulla PAC gli obblighi relativi alla rotazione obbligatoria e alla destinazione non produttiva dei terreni. In via immediata, vanno sospese le sanzioni.
  6. Semplificazione amministrativa. Ridurre in misura incisiva gli adempimenti burocratici per gli aiuti diretti della PAC, compresi gli “ecoschemi”.
  7. Reciprocità e controlli sulle importazioni. Assicurare il rispetto delle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare, biodiversità, tutela del lavoro e del benessere degli animali.
  8. Inserire grano e semi di girasole nella lista dei prodotti sensibili prevista nella proposta di regolamento riguardante la proroga della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina.
  9. Moratoria sui crediti per migliorare la condizione di liquidità delle imprese. L’eccezionale aumento dei tassi ha coinciso, a partire dallo scorso anno, con la contrazione dei prezzi all’origine.
  10. Sostenere la diffusione delle innovazioni per la competitività delle imprese e per l’affermazione di processi produttivi sempre più sostenibili.