Confagricoltura partecipa a attivamente Cibus, la fiera internazionale di riferimento dell’agroalimentare italiano che si svolge a Parma dal 31 agosto al 3 settembre, con uno spazio espositivo (padiglione 5, L10) e una serie di iniziative, tra cui numerosi convegni (dal vivo e seguibili anche via streaming) che animano il confronto con tutti gli attori della filiera. Diversi anche gli incontri, le degustazioni e gli show cooking organizzati presso lo stand con la collaborazione delle aziende associate. Una nutrita delegazione di Confagricoltura Piacenza ha preso parte al convegno “L’informazione nutrizionale in Europa fra rischi e opportunità”, che si è tenuto il primo settembre con la partecipazione del ministro delle Politiche Agricole, Stefano Pautanelli, il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio e il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
“La posizione sul Nutriscore a livello europeo sta cambiando e va dato atto al ministro Patuanelli di aver contribuito in modo determinante a cambiare il sentiment sul tema etichettatura fronte pacco. Prima la posizione era contro l’Italia. Insieme a tutta la filiera possiamo vincere la battaglia a difesa della corretta informazione, dell’agricoltura e di tutto il comparto agroalimentare”. Così il presidente di Confagricoltura al convegno che ha visto la presentazione della ricerca sui sistemi di etichettatura agroalimentari e il loro utilizzo da parte dei consumatori.
Opinione condivisa e ribadita anche dal presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio: “L’impegno contro il Nutriscore – ha detto – non è una battaglia di lobby, ma per l’Italia”.
Sala gremita e grande attenzione ai risultati dello studio, commissionato da Confagricoltura e Agronetwork a Format Research, illustrato ufficialmente al ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, il quale ha evidenziato l’importanza del lavoro di squadra necessario a portare avanti la battaglia a favore del sistema di etichettatura proposto dall’Italia, il Nutrinform Battery.
“Il Nutriscore non dà informazioni – ha detto il ministro – ma è un metodo intelligente di condizionamento del consumatore. Il grande lavoro che abbiamo fatto e stiamo portando avanti in Europa sta dando i primi risultati: la strada è ancora in salita, ma le posizioni stanno cambiando, perché anche gli altri Paesi si sono resi conto che il consumatore, che è sempre più consapevole, vuole essere informato e non condizionato”.
“La partita che si gioca è ampia – ha concluso Giansanti – perché riguarda il futuro dell’agricoltura italiana e dell’industria alimentare, che rappresentano il primo comparto produttivo del Paese. È la partita tra il cibo sintetico e quello frutto della terra: noi agricoltori vogliamo continuare a scrivere il futuro, spiegando ai consumatori il nostro impegno a difesa dei prodotti della terra e di chi li produce”.
“Questa battaglia ci deve vedere uniti nell’interesse di un’informazione chiara e a sostegno della dieta mediterranea che include le nostre produzioni tipiche le quali sarebbero danneggiate da etichette semplicistiche come il Nutriscore, modello a cui ci siamo da subito opposti come Confagricoltura con una pronta azione sindacale, anche grazie al presidente nazionale Massimiliano Giansanti che non ha mancato di portarla avanti in qualità di vicepresidente del Copa Cogeca, l’organizzazione europea delle rappresentanze nazionali degli Agricoltori e delle Cooperative Agricole dei Paesi Membri” – così Marco Casagrande direttore di Confagricoltura Piacenza, ex manager di lungo corso per importanti industrie agroalimentari che era presente al convegno ed è già intervenuto sul tema in passato.
“L’Europa spinge per apporre il Nutriscore ai prodotti sugli scaffali, – spiega Casagrande – mentre l’Italia si oppone. Il motivo è semplice: buona parte delle eccellenze made in Italy risultano “da semaforo rosso” quando invece sono consigliate dagli esperti per seguire una sana alimentazione. Noi tutti vogliamo contribuire a promuovere stili alimentari sani, ma l’obiettivo non può essere raggiunto apponendo un colore su un prodotto e distinguendo tra buoni e cattivi. Il Nutriscore penalizza ingiustamente i prodotti della dieta mediterranea sana ed equilibrata – conclude Casagrande – perché classifica i prodotti destinati all’alimentazione sulla base dei contenuti di sale, grassi e zuccheri senza riferimenti alle quantità normalmente assunte e al regime alimentare. Da qui l’ingiusta penalizzazione nei confronti delle eccellenze del Made in Italy agroalimentare; eccellenze tipiche tanto odiate dalle multinazionali che ne subiscono la concorrenza e che quindi preferirebbero un sistema di omologazione dei consumi”. “Abbiamo implementato tutti i protocolli sanitari, dalle analisi batteriologiche agli antibiogrammi, abbiamo ridotto l’uso di antibiotici, rinnovato tutte le stalle per la salute degli animali, ridotto i fertilizzanti, abbiamo instaurato l’economia circolare, rifatto e affinato le procedure Haccp nei caseifici dove abbiamo piastrellato tutto – tuona Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza – siamo campioni di difesa dalla fame nel mondo in termini di benefici e qualità nutrizionali per le eccellenze che produciamo. Ci è stato chiesto di affinare produzioni, ridurre gli impatti; abbiamo prodotti eccezionali e poi non possono chiederci di raffrontarci con un tale sistema espressione, ancora una volta, in barba alla scienza, di un’ideologia che vuole affossare le nostre imprese”.