Venerdì 16 marzo il convegno in Cattolica
E’ in programma venerdì 16 marzo alle 10.00 nella sala convegni “Giuseppe Piana” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza il convegno: “Coltivare il futuro: viti resistenti alle malattie” organizzato dall’Università Cattolica di Piacenza e da Confagricoltura Piacenza. L’iniziativa approfondirà le opportunità individuate dalla ricerca e già sperimentate, relative a viti resistenti a oidio e peronospora, portando a esempio anche alcuni casi di successo. Gli interventi in programma, dopo gli indirizzi di saluto, sono di Stefano Poni – direttore del Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali Sostenibili dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza – sull’innovazione in viticoltura; di Vittorio Rossi – professore ordinario dell’ateneo Piacentino – che parlerà di “Plasmopora viticola: dalla ricerca alle ricadute applicative”; mentre Raffaele Testolin – professore ordinario dell’Università di Udine – illustrerà la ricerca genetica per una nuova viticoltura. Eugenio Sartori – direttore dei Vivai Cooperativi di Rauscedo – presenterà lo stato dell’arte in Europa e Roberto Miravalle – coordinatore del Master “Gestione del Sistema Vitivinicolo” della Facoltà d’Agraria dell’Università di Milano – si occuperà delle varietà resistenti e il possibile ruolo nella viticoltura dell’Emilia Romagna. A Roberta Chiarini – responsabile del Servizio Organizzazioni di mercato e sinergie di filiera dell’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna – e a Chiara Azzali – presidente della Sezione di Prodotto Vitivinicola di Confagricoltura Piacenza – spetterà, invece, tirare le conclusioni della mattinata. “Lo sviluppo del sistema viticolo ed enologico italiano è da più di quarant’anni al centro degli interessi di ricerca della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica – sottolinea il professor Marco Trevisan, preside della facoltà piacentina -. È logico quindi non solo che il nostro campus ospiti questo convegno, ma anche che contribuisca con due interventi centrati sull’innovazione e sulle ricadute applicative dei risultati della ricerca. Una ricerca che conduciamo con grande impegno e passione, al servizio del territorio”. “Si tratta di tematiche molto sentite dal nostro settore – sottolinea Chiara Azzali che con Roberto Miravalle ha costruito il palinsesto degli interventi –. Regioni confinanti con la nostra hanno introdotto ai fini produttivi i risultati di queste ricerche e hanno avuto un gran beneficio sotto il profilo sia economico che ambientale. La ricerca sta aprendo una nuova strada al mondo vitivinicolo per tornare a coltivare come prima dell’introduzione delle grandi malattie fungine a fine ottocento. La viticoltura in Europa impiega il 65% di tutti i fungicidi usati in agricoltura: un impegno cogente e molto oneroso. L’applicazione delle moderne conoscenze ha permesso di selezionare nuovi vitigni, fortemente simili alle varietà originali, capaci però di resistere a peronospora e odio, di recentissima ammissione alla coltivazione nelle regioni del Nord-Est. Si tratta, ora – prosegue Azzali – di valutare la trasferibilità dell’esperienza e quanto l’adozione di queste innovazioni tecnologiche potrebbe essere funzionale alla nostra viticoltura, anche in considerazione del fatto che portano ad una drastica riduzione dell’impiego di agrofarmaci incrementando, al contempo, la salute delle piante. Ad oggi, tuttavia – spiega Azzali – nella nostra regione l’uso di queste varietà è precluso alla filiera produttiva. E’ bene considerare anche l’opzione di far seguire, alla fase sperimentale, tutti i necessari passaggi burocratici per rendere commercializzabili prodotti eccellenti dal punto di vista qualitativo, senza che ciò metta sotto scacco le nostre tipicità e le nostre produzioni Doc”. “Confagricoltura è sempre a favore della ricerca scientifica, dell’innovazione tecnologica, della produttività e della libera scelta imprenditoriale – sottolinea Filippo Gasparini Presidente di Confagricoltura Piacenza – saremo sempre attenti ad accogliere le richieste dei diversi comparti produttivi per organizzare iniziative come questa, finalizzate a valorizzare gli asset fondanti dell’agricoltura moderna e competitiva che rappresentiamo”.