Cancer plan: scampato pericolo per il vino. Senza cultura del cibo solo disinformazione

Niente “bollino nero” e lettera F del Nutriscore per il vino. Con il voto in plenaria del Rapporto della Commissione speciale del Parlamento europeo per la lotta contro il cancro (BECA) sul rafforzamento delle strategie dell’Europa nel combattere la malattia, è stato bocciata la proposta di Serge Hercberg, uno degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore di “bollare”, di fatto, come pericolose per la salute tutte le bevande alcooliche anche se la presenza di alcool è ridotta attribuendo loro, appunto, la lettera “F” nera nel Nutriscore. “Non lo si doveva neppure mettere in discussione” – commenta Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza. La commissaria europea alla Salute Stella Kyriakides aveva tenuto a precisare: “Non c’è alcuna intenzione di prendere di mira una cultura gastronomica, il nostro lavoro sarà basato su dati scientifici”. “Excusatio non petita excusatio manifesta – ribatte Gasparini – la levata di scudi questa volta ha evitato un danno che per l’Italia sarebbe stato pari a 5 miliardi di euro, una cifra a dir poco imponente. Ormai quotidianamente riceviamo bordate alle nostre filiere e alla nostra produttività. Sono il risultato di un pensiero comune che ha perso il valore delle nostre radici culturali, compresa la consapevolezza del valore della dieta Mediterranea, del cibo e del buon bere, del sapersi alimentare con equilibrio e in modo sano, un patrimonio che è una ricchezza che andrebbe protetta”. “Con il voto al Rapporto BECA si è evitato di compromettere il futuro del mondo del vino e il suo sviluppo sui mercati internazionali. Era fondamentale distinguere tra uso e abuso di alcol, poiché si riconosce il principio che non sono pericolosi i singoli prodotti, ma la quantità che ne viene assunta”. Il presidente della Federazione Nazionale Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci, commenta così il voto in plenaria del Parlamento europeo alla relazione sul rafforzamento delle strategie dell’Europa nel combattere il cancro. “Ha prevalso il buon senso – afferma Castellucci – Con gli emendamenti passati si è evitato di dare ai consumatori informazioni errate che avrebbero condannato il vino a bevanda alcolica dannosa tout court per la salute”. “Questo voto giova a tutto il settore agroalimentare italiano e alla dieta mediterranea, di cui viene di fatto ulteriormente riconosciuta la validità per uno stile di vita sano e una corretta alimentazione” – aggiunge il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Ringraziamo i parlamentari italiani che hanno recepito le preoccupazioni della filiera e hanno lavorato per evitare che si criminalizzassero i prodotti della nostra agricoltura”.  “E’ anche una vittoria contro il Nutriscore, – conclude Giansanti – un modello di etichettatura nutrizionale che va totalmente ripensato e che esce sconfitto dal voto al Rapporto Beca”. “Condivido il pensiero del presidente nazionale – dichiara Chiara Azzali, presidente della sezione di prodotto vitivinicola di Confagricoltura Piacenza tornando sul tema dopo l’appello dei giorni scorsi – che ringrazio per la ferma presa di posizione, così come ringrazio l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi per il suo fermo “No”, di fianco al nostro, dei giorni scorsi. Il sistema NutriScore rischia di danneggiare tutti i nostri migliori prodotti e l’intero Made in Italy, disinformando le persone e la recente proposta di inserire anche gli alcolici tra gli alimenti pericolosi avrebbe colpito gravemente il settore vitivinicolo senza informare i consumatori” – sottolinea Azzali.  “Il limite più evidente del sistema Nutriscore è quello di classificare gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate – sottolinea Giansanti – Nel caso specifico dei vini non si fa alcun riferimento alla differenza che passa tra abuso e consumo moderato”.  Il vino in Italia e in Emilia-Romagna è un patrimonio economico e sociale. Ma non solo, rappresenta una varietà figlia del nostro ecosistema, anche dal punto di vista della sicurezza idrogeologica con la tutela delle colline, di consuetudini e tradizioni che, attraverso una bottiglia, raccontano l’identità e il lavoro quotidiano delle comunità.  “Come giustamente ha detto anche l’Assessore, piuttosto del Nutriscore, serve, – precisa Azzali –   un impegno continuo sull’educazione alimentare delle famiglie e delle giovani generazioni, sul consumo consapevole e moderato degli alcolici, la provenienza d’origine dei prodotti e l’attenzione alla varietà degli alimenti che si portano in tavola. Queste per noi non sono parole vuote, ma un canovaccio di incontri e progetti che stiamo già realizzando, con impegno, come produttori e come associazione, nel dialogo con le scolaresche prevedendo appuntamenti di formazione in aula, anche in ambito di progetti ministeriali approvati, per comunicare sia le caratteristiche del prodotto che il corretto modo di consumarlo. La conoscenza del mondo e la coscienza di sé – conclude Azzali – sono le due direttrici di un percorso di crescita vita su cui dobbiamo lavorare, è una ricerca onerosa non demandabile o riducibile alle indicazioni di un semaforo”.