Agrinsieme: acqua, deflusso ecologico fiumi e torrenti da tarare su realtà italiana. Audizione del Coordinamento in Comagri Senato

Il deflusso ecologico per fiumi e torrenti è un obiettivo apprezzabile sulla carta, ma concretamente non attuabile nella realtà italiana; attualmente, infatti, la data prevista per l’attuazione della nuova disciplina, ovvero il 1° gennaio 2022, non è percorribile senza l’introduzione di specifici correttivi”. Lo ha sottolineato la componente della giunta di Confagricoltura Giovanna Parmigiani, intervenendo per Agrinsieme in audizione in Commissione Agricoltura del Senato, nell’ambito dell’esame dell’affare assegnato sulle problematiche relative al deflusso minimo vitale dei fiumi e dei torrenti.

“Determinare dei deflussi minimi, basandosi su calcoli effettuati soltanto con un algoritmo che non tiene conto dei diversi regimi che caratterizzano i fiumi, è impraticabile nelle nostre realtà, perché calibrato sulle condizioni idrologiche dei paesi dell’Europa centro-settentrionale e difficilmente applicabile in tutti i paesi del continente. In particolare, non è assolutamente adeguato a molti fiumi italiani, soprattutto a carattere torrentizio, che in alcuni mesi dell’anno sono carichi d’acqua, ad esempio in primavera con il disgelo e in autunno nella stagione delle grandi piogge, mentre in altri sono quasi asciutti”, ha evidenziato la rappresentante del coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.

“Seguendo quanto previsto dalla Direttiva Europea 2000/60/CE, la cosiddetta ‘Direttiva Quadro Acque’, si arriverebbe ad un risultato paradossale, perché in molte situazioni del territorio nazionale occorrerebbe addirittura rilasciare un quantitativo d’acqua nei fiumi molto superiore rispetto all’attuale, riducendo il livello di riempimento dei laghi e avendo meno disponibilità di acqua per l’irrigazione e per le reti di canali”, ha osservato Parmigiani.

Per il Coordinamento, quindi, “occorre agire contemporaneamente su più fronti: da una parte, il Ministero della Transizione Ecologica e l’Ispra devono avviare le procedure di deroga previste dalla Direttiva UE, per dare la possibilità ai distretti idrografici di definire il deflusso ecologico in relazione alla specificità dei vari contesti; dall’altra, occorre rivedere alcuni aspetti della Direttiva UE sui valori dei quantitativi d’acqua da rilasciare in alveo. Fermo restando che, a livello nazionale, va accelerata la realizzazione e l’ammodernamento delle infrastrutture idriche, per aumentare la capacità di acqua piovana trattenuta dai bacini idrici, contribuendo alla corretta gestione del deflusso ecologico”.

“Solo così – ha concluso Parmigiani per Agrinsieme – si potrà coniugare realmente la salvaguardia dei fiumi con le esigenze del territorio dei Paesi dell’Europa meridionale”.