È una sorta di staffetta intellettuale quella che A Cena Con La Scienza sta portando avanti grazie ai suoi appuntamenti di divulgazione scientifica negli agriturismi di Agriturist. Il 26 maggio presso il raffinato agriturismo La Rondanina di Alseno è stata la volta di Damiano Martignago, ricercatore in Genetica del dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano, che ha parlato della possibile nuova rivoluzione verde grazie alle innovative tecniche di selezione e miglioramento varietale. L’esperto ha compiuto un lungo excursus ricordando come l’agricoltura stessa origini dalle mutazioni genetiche di alcune piante poi selezionate dall’uomo e riseminate. “La domesticazione – ha spiegato – è la conseguenza dell’insieme di tutte le pressioni selettive, naturali o imposte dall’uomo, che hanno modificato l’insieme dei geni di una popolazione per adattarle alla vita in un ambiente domestico. Il breeding, invece, è la selezione intenzionale e programmata dall’uomo per modificare l’insieme dei geni di una popolazione al fine di migliorarne (per l’uomo) una o più caratteristiche. Fino al 1928 erano entrambe basate su mutazioni spontanee, poi si sono iniziati ad utilizzare i raggi X. La cosa incredibile è che anche oggi le mutazioni genetiche indotte bombardando piante e sementi con raggi X sono una pratica normalissima, salvo poi proibire, in Italia, gli Ogm, organismi con un Dna modificato in laboratorio in modo mirato, i quali a partire dagli anni 2000 hanno reso possibili colture che hanno migliorato rese e resistenze a fitopatogeni, quindi anche un minor impiego di agrofarmaci. Un esempio su tutti è il mais resistente alla piralide che evita anche lo sviluppo di malattie fungine produttrici di micotossine cancerogene”. L’intervento articolato ha posto a confronto le diverse tecniche con le quali l’uomo interviene modificando e selezionando. “La nuova frontiera sono le Tecniche di Evoluzione Assistita che comprendono genome editing, cisgenesi, grafting e altre tecnologie. La cisgenesi è il trasferimento di materiale genetico tra varietà/specie sessualmente compatibili; il genome editing può essere fatto con diverse tecnologie, il più diffuso e innovativo dei quali è il CRISPR impiegato per la prima volta nel 2013”. Il meccanismo del Crispr, fruttato il premio Nobel alle due ricercatrici che lo hanno scoperto, interviene in modo puntuale su un singolo gene e supera l’aspetto controverso dell’intromissione del patrimonio genetico esterno. “Si tratta di una tecnologia estremamente efficace e precisa, che riduce di molto i tempi e i costi legati al miglioramento varietale, ha grandi potenzialità” – ha spiegato Martignago che ha trasferito i risultati di alcune sue ricerche per la messa a punto di grano con basso contenuto di acrilamide, mentre ha riferito che una collega sta lavorando a varietà di pomodoro resistenti allo stress idrico ed altri si stanno occupando di piante resistenti all’oidio, aspetto di primario interesse per la viticoltura. “Dalla fase di ricerca a quella di impego occorrono diversi anni – ha spiegato Martignago – è necessaria la sperimentazione: vanno valutati i trade-off, ossia eventuali aspetti legati a quella modifica che una volta in campo possono configurarsi come controindicazioni e solo dopo accurate e ripetute sperimentazioni in campo si arriverà eventualmente alla realizzazione di varietà commerciabili”.
Il tema affrontato da Damiano Martignago è di particolare interesse e di attualità, tanto che proprio in questi giorni è stato ottenuto un risultato sindacale particolarmente voluto da Confagricoltura: il via libera all’unanimità, nell’VIII e IX Commissione riunite del Senato, del provvedimento che autorizza la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita. Un grande passo avanti per la ricerca scientifica e per l’agricoltura, che mette fine a un lungo periodo di oscurantismo tecnologico. Tuttavia, l’associazione ricorda come sia improcrastinabile anche un inquadramento europeo e guarda con attenzione agli inizi di luglio quando dovrebbe essere presentata la proposta legislativa Ue per regolamentare l’applicazione delle biotecnologie di ultima generazione alle colture.
Le tecniche di evoluzione assistita sono una risposta efficace all’emergenza climatica e alla richiesta di cibo, permettendo di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla popolazione in crescita. Dello stato dell’arte delle Tea se ne è parlato in un convegno nazionale di Confagricoltura il 7 giugno con le personalità di riferimento del mondo politico e della ricerca. All’appuntamento hanno preso parte anche le due protagoniste del prossimo incontro di A Cena Con La Scienza: Vittoria Brambilla, biotecnologa dell’università di Milano e Deborah Piovan – divulgatrice e imprenditrice agricola Presidente FNP Proteoleaginose di Confagricoltura. Il filo conduttore che unisce innovazione, ricerca, agricoltura le porterà il 16 giugno all’agriturismo Battibue di Fiorenzuola dove si concentreranno sul tema “donne che coltivano il futuro” con un accento, per l’appunto, sulla centralità del ruolo delle donne in agricoltura e in particolare nell’innovazione in agricoltura.