I rappresentanti dei diversi settori denunciano la grave crisi, ma guardano al futuro
Numerose le presenze all’Assemblea Generale di Confagricoltura Piacenza che si è tenuta martedì 26 aprile al Palazzo dell’agricoltura. Dopo i saluti del sindaco di Piacenza, Paolo Dosi; dell’assessore provinciale all’Agricoltura, Alessandro Piva e del presidente regionale di Confagricoltura, Gianni Tosi, i lavori hanno visto l’intervento del Presidente di Confagricoltura Piacenza, Enrico Chiesa. “Sono presidente dell’Unione da cinque anni: è un lasso di tempo nel quale il mondo si è trasformato e il nostro settore non è stato da meno. Abbiamo visto la fine e la nascita di una nuova Pac e dopo trent’anni è terminato il regime delle quote latte. Abbiamo sperato, direi invano, in una rinascita dell’agroalimentare che partisse dalla ridefinizione degli assetti istituzionali e dalla razionalizzazione di procedure e controlli. Mi riferisco al progetto Agricoltura 2.0. Proprio in questi giorni, invece, – ha sottolineato Chiesa – gli uffici tecnici stanno soccombendo sotto la mole sempre maggiore di pratiche che si moltiplicano. Se guardiamo a tutto ciò una costante, in questi anni, la ritroviamo: l’immobilismo, che al lato pratico si declina in un groviglio di burocrazia, distrugge le nostre imprese logorandole di giorno in giorno. Lo vediamo anche su tematiche specifiche: le non politiche per un piano idrico, le non politiche per la gestione della fauna selvatica. Credetemi, abbiamo fatto tanto per attutire l’impatto deflagrante di una serie di norme: è un lavoro che si vede poco, che dovrebbe dare risultati più importanti, ma è giusto ricordare alcune battaglie che poi abbiamo, in parte, vinto. Ricordiamoci del nostro impegno speso: per modificare l’Imu, ottenendo oggi una larga esenzione per i terreni agricoli; per conservare la fiscalità agricola basata sui redditi catastali; per aumentare le percentuali di compensazione delle aliquote Iva; per salvaguardare la specificità del lavoro dipendente in agricoltura; per contenere, e in qualche caso evitare, i danni di norme ambientali pensate su base ideologica, quando non con malcelati obiettivi economici. Ma vi pare possibile che per ottenere i contributi per l’assicurazione contro le calamità, dopo aver compilato il piano colturale si debba redigere: una manifestazione di interesse, un piano assicurativo individuale, per ogni coltivazione, per ogni comune e financo per ogni varietà coltivata; due domande sul Piano di sviluppo rurale? In questi anni – ha poi proseguito Chiesa – non abbiamo giocato in difesa. Come Confagricoltura Piacenza, nel 2015, tra le altre cose, ci siamo impegnati: nella partecipazione ad Expo 2015, abbiamo sostenuto le aziende agricole alluvionate e sotto il profilo della prevenzione di futuri danni ci siamo impegnati sulla riscrittura delle norme ambientali; abbiamo richiamato, attraverso la comunicazione del nostro pensiero, e anche attraverso eventi come “le cene con la scienza”, l’esigenza di maggior attenzione per l’innovazione e la ricerca. Sono molteplici – ha concluso Chiesa – le azioni messe tenacemente in campo dai presidenti delle sezioni di prodotto, che qui voglio ringraziare, in settori che faticano ad uscire dalla crisi”. Il vicepresidente Filippo Gasparini, presidente della sezione di prodotto Lattiero-casearia ha detto: “Intervengo volentieri anche se il nostro settore non ha mai affrontato momento peggiore”. Preoccupata anche l’altra vicepresidente, Giovanna Parmigiani, presidente della Federazione Nazionale di Prodotto Carni Suine che ha sottolineato: “Abbiamo valori che vanno riconosciuti. Dobbiamo raccontare e far conoscere meglio il nostro lavoro. L’impegno per il settore – ha proseguito – è insieme con le altre sigle di Agrinsieme e teso al dialogo con gli altri attori della filiera”. Giovanni Lambertini, presidente sezione di prodotto pomodoro da industria, del suo comparto, ha detto: “Ci auguriamo di trovare una soluzione, ma la trattativa è attualmente molto complessa e lontana da un accordo”. Stefano Repetti, presidente del sindacato Impresa famigliare e tesoriere di Confagricoltura Piacenza ha ironicamente sottolineato: “volendo essere positivo ho trovato motivi personali, ma se devo pensare alla mia impresa, devo dire che faccio fatica. Il progetto “Agricoltura 2.0″ piace a mia moglie perché prima, di domenica, lavoravo, oggi, passo la giornata in casa con lei a compilare moduli e registri”. Le conclusioni, dopo l’intervento di Matteo Cattivelli, presidente di Anga Piacenza, che ha posto l’accento sull’importanza dell’innovazione, sono state affidate a Gingiacomo Gallarati Scotti Bonaldi – componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura: “Per far sì che la nostra organizzazione possa essere più incisiva, si deve esprimere con un’unica voce. Parimenti – ha concluso Gallarati Scotti Bonaldi – sosteniamo l’ipotesi di cambiamento del ministero della Agricoltura perché possa interagire meglio con gli altri così come chiediamo scelte coraggiose che aiutino i settori di volta in volta bisognosi di interventi specifici, mentre sino ad oggi è prevalsa la logica del non scontentare nessuno e questo non servirà a rendere le nostre aziende competitive entro il 2020”.