Confagricoltura al Meeting di Rimini

“Serve un’Europa più coraggiosa ed ambiziosa”.

Questo il messaggio che Confagricoltura ha lanciato nel corso del Meeting per l’amicizia fra i popoli 2025 di Rimini, quest’anno dal titolo “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, al quale ha partecipato anche una delegazione di Confagricoltura Parma composta dal presidente Roberto Gelfi, dal presidente del sindacato pensionati Anpa Vittorio Brianti, dalla responsabile dell’Ufficio Patronato Chiara Emanuelli e diversi altri associati.

Molti, come sempre, i momenti di riflessione ed approfondimento.

IL COMMENTO DEL PRESIDENTE GELFI:

Il “Meeting dell’Amicizia tra i Popoli”, che si svolge tradizionalmente a fine agosto, rappresenta ormai da tempo un palcoscenico di grande visibilità per il ritorno degli esponenti politici più in vista, dopo la pausa estiva.

È in questo contesto che va colta l’importanza della presenza di Confagricoltura alla kermesse romagnola: l’agricoltura è anche un tema politico strategico d’importanza fondamentale per le comunità ed i loro cittadini.

Il titolo dell’edizione 2025, “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, è una citazione tratta da un’opera del poeta e drammaturgo statunitense Thomas Stearns Eliot.

Senza voler scendere nei particolari, appare evidente come sia necessario, di fronte a scenari nuovi ed imprevedibili, dotarsi di nuovi strumenti, di nuovi linguaggi e di nuovi progetti.

 Anche per l’agricoltura e per il mondo che ruota attorno a questo settore siamo di fronte a sfide nuove e potenti:

  • il cambiamento climatico;
  • la nuova polarizzazione geopolitica;
  • la crescita demografica mondiale;
  • il cambiamento degli stili di consumo, compreso quello alimentare.

Dove approvvigionarsi dei “mattoni nuovi” con cui ricostruire l’agricoltura?

È sempre più evidente che l’orizzonte europeo è quello in cui si può ancora pensare ad un’agricoltura significativa e competitiva: i “quadri normativi” sono per la gran parte europei, così come le risorse per gli investimenti, soprattutto con i vincoli di spesa nel caso di pesante indebitamento, come avviene per l’Italia.

 All’Ue va chiesto di:

  • definire il “pacchetto” semplificazioni;
  • dotarsi di nuovi strumenti per il sostegno gli investimenti con risorse finanziarie extra budget (siamo ormai al termine del Next Generation EU);
  • abbandonare l’idea di poter fare convivere “Green Deal”, ingresso dell’Ucraina nell’UE e riduzione delle risorse a favore del settore primario: tutto questo sarebbe un colpo mortale per l’agricoltura europea;
  • promuovere, andando oltre gli interessi particolari, i presupposti per un nuovo mercato unico europeo dell’energia, così da ridurre le forti differenze del costo dell’energia all’interno dell’Unione;
  • progettare politiche efficaci a favore di ricerca ed innovazione da perseguire con alleanze fra operatori economici ed organismi di ricerca in grado di assumere un peso rilevante se non già continentale;
  • perseguire nuove intese con aree geografiche e paesi sino ad ora trascurati, salvaguardando le condizioni di reciprocità per caratteristiche sanitarie e qualitative delle produzioni e per condizioni di lavoro, così da mitigare i rischi legati alle nuove forme di aggressività commerciale

 Nel ribadire l’importanza del settore agricolo e dell’Agribusiness nel panorama economico nazionale, al Governo Italiano e alle Regioni, per le rispettive competenze, rimangono alcuni temi ritenuti fondamentali anche per il settore agricolo:

  • una rinnovata attenzione verso le cosiddette aree “interne”: è necessario che siano conservati tutti i presupposti per ostacolare l’abbandono progressivo delle zone periferiche del nostro Paese e l’agricoltura rimane uno dei “collanti” sociali più efficaci per le zone rurali;
  • la definizione di un piano nazionale delle acque, in coordinamento con le amministrazioni regionali;
  • l’elaborazione di politiche specifiche per il settore primario, riguardanti il reclutamento e la formazione dei lavoratori, in ragione della sempre più ridotta disponibilità di manodopera;
  • la promozione di iniziative, anche di carattere legislativo, per rendere il settore agricolo più “attraente” per il mondo giovanile, sia nel momento in cui si decide quale formazione intraprendere, sia nel delicato passaggio generazionale a cui le aziende agricole vanno naturalmente incontro.
  • l’incentivazione degli strumenti che garantiscano la qualità delle produzioni (indicazioni geografiche, sistemi di qualità nazionali, disciplinari di produzione) evitando la pregiudiziale che qualità e quantità debbano sempre e necessariamente confliggere.